Diritti umani

La Chiesa e lo sviluppo sostenibile: 17 obiettivi da perseguire e da non dimenticare

Written by elisabetta

Il 27 settembre scorso, a New York, all’Assembla Generale delle Nazioni Unite, Monsignor Paul Richard Gallagher, rappresentante della Santa Sede, ha espresso la posizione della Chiesa in relazione all’adozione del programma di sviluppo Post-2015.
La Santa Sede apprezza i nuovi obiettivi posti in Agenda” (per approfondimenti sul tema clicca qui) richiamando  la dichiarazione del Papa che ricorda che si offende l’uomo e l’ambiente e  gli si nega la fraternità quando lo si esclude  dalle questioni economiche e sociali.

Vi proponiamo una sintesi dell’intervento di Monsignor Gallagher:
La vita umana è da ritenersi sacra in qualunque modo sia vissuta così come deve ritenersi sacro l’ambiente in cui vive. Ne consegue un diritto ad un’esistenza dignitosa, con tutte le accezioni che questo termine porta con sè (abitazione, occupazione, giusto salario, adeguata alimentazione, istruzione), con la possibilità di esprimere liberamente la propria spiritualità.
L’accesso ai beni materiali deve essere immediato e disponibile per tutti, come il totale rispetto di ogni forma di religione ed espressione spirituale. Necessitiamo di  forme di sviluppo che non compromettano la dignità umana.

Dobbiamo sfuggire, da una parte, dal rischio di limitarci a fare lunghi elenchi di buoni propositi e dall
’altra da quello di proporre soluzioni teoriche dimenticandoci che la vita umana è talmente complessa da  non consentirlo. E’ largamente riconosciuto che la realizzazione dei 17 Obiettivi contenuti nell’Agenda Post-2015” sia  una formidabile sfida.

La solidariet
à a favore degli esclusi di oggi e con i poveri del domani deve superare gli egoismi e la famiglia, in questo quadro, è un elemento fondamentale della società, primario agente dello sviluppo sostenibile, e quindi modello di riferimento per la comunione e la solidarietà tra le nazioni e le istituzioni internazionali. Una condivisa attenzione alla famiglia ed ai suoi membri è un sicuro contributo alla riduzione della povertà e consente di ottenere buoni risultati nel campo delle parità di genere. Non si deve dimenticare come le politiche per la famiglia contribuiscano in modo molto efficace a raggiungere gli obiettivi di sviluppo tra cui ottenere società pacifiche.

Solidariet
à e cooperazione non sono meri sentimenti. In essi è racchiusa la volontà di mobilitare le risorse necessarie per garantire il successo delle primissime fasi di sviluppo per i paesi in difficoltà, la volontà di condividere con questi il know-how tecnologico, senza imporre su di loro pesanti costi.
Solidariet
à e cooperazione devono significare giustizia, stato di diritto, un forte impegno per combattere la corruzione ed un genuino spirito di servizio volto al perseguimento del bene comune.
Per conseguire gli obiettivi posti  in 
“Agenda” dobbiamo convincerci che siamo una sola “famiglia umana”, con responsabilità condivise e con un destino comune ed indissolubilmente legato al nostro pianeta, del quale ci dobbiamo prendere cura.

Monsignor Gallagher conclude il suo intervento parafrasando un passo della “Costituzione Pastorale Gaudium et Spes” del Concilio Vaticano II: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini, specialmente di quelli poveri o in qualsiasi modo afflitti, sono pure le gioie, le speranze, le tristezze e le angosce di tutti noi.

Per leggere il testo integrale (in inglese) clicca qui

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