Diari di Viaggio

Una dedica di Vita. Carta d’identità del Volontario

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È costruire la propria casa sulla roccia, è trovare quel sassolino che l’ostrica, con sacrificio, ha trasformato in perla.  È l’adrenalina del trapezista che volteggia senza rete. È una bimba che danza come la più bella delle donne.
Volontariato significa moltiplicare Bellezza. ESSERE. Si sceglie di essere, di lasciarsi continuamente trasformare. Non esistono lezioni, la scuola dei volontari è la vita.
“Volontario” implica una scelta, decidere di agire, di farsi strumento nelle mani dell’Amore.
“Ammiro l’umana capacità del cambiamento. Dare un buon esempio è il modo migliore per promuovere atteggiamenti nuovi nel mondo, per accrescere la consapevolezza riguardo all’altro”, racconta Thiago, giovane brasiliano, volontario Vides, che sta dedicando, con passione, il suo tempo a un progetto in Argentina.
Il volontario non è un eroe, non ha superpoteri né una gomma gigante per cancellare gli errori e tutti i mali, ma è colui che fa del suo cuore lo strumento per guardare la realtà e si lascia commuovere dai giorni, dai volti, dalle esperienze, dagli sguardi. S’inserisce nella realtà in cui vive, interrogandosi sul suo ruolo, per essere parte attiva del cambiamento.
“Volontario” è un modo di essere, uno stile di vita, è un modo diverso di guardare al mondo, perché improvvisamente pensi che a viverle, le altre culture hanno tutto un altro sapore.
Sei volontario quando ti fai Dono, quando diventi mani, occhi, abbraccio, sorriso. Sei volontario  quando scegli di servire, di farti matita che traccia segni di Vita.
Volontario, però, non è solo chi parte, ma è anche chi resta, è colui che fa dell’Altro il suo progetto, tutto il suo mondo. È colui che sempre e comunque cammina, zaino sulle spalle e un sogno dentro al cuore.
“Sono cresciuta in una famiglia dai valori sani, che mi ha insegnato che il rapporto con gli altri è fondamentale per essere me stessa”, dice Laura, che ha speso otto mesi in Rwanda come insegnante presso la scuola “Mazzarello” di Gisenyi.
Il volontario non è perfetto, non agisce in modo irreprensibile senza commettere alcun errore.
È piuttosto chi riconosce di essere umano e si riscopre solidale e partecipe della vita degli altri, è chi sente una spinta a condividere, a donarsi ed essere pronto ad accogliere. È chi dice ad alta voce “riguarda anche me” e si fa Casa, pronta ad accogliere.
Johnny appartiene alla comunità indigena Bribri di Talamanca, in Costa Rica: “mi appassiona l’impegno sociale, per l’insegnamento dei diritti umani, per un dialogo costruttivo tra culture diverse, per l’empowerment di quei giovani che non hanno l’opportunità di essere ascoltati”.
Essere portatori di solidarietà e scegliere di donare il proprio tempo, il proprio carisma, il proprio essere in nome di un Amore più grande, non significa essere catapultati in una vita parallela, come se si fosse interrotta quella precedente e si fosse aperta una parentesi. È piuttosto inserirsi pienamente nella propria società, è decidere di vivere una vita autentica, un’esistenza genuina. È essere sale della Terra: il cuore che decide, la mente che s’impegna, le mani che si aprono al mondo.
Simon-Pierre ha scelto prima di dedicare il suo tempo ai migranti in Francia, poi di partire per un’esperienza coi ragazzi di strada in El Salvador: “il mio sogno è permettere alle nuove generazioni di avere un mondo migliore e augurare loro di saperlo custodire e farne un villaggio globale di pace”.
Il volontario ha anche un’altra missione, che è quella di educare alla solidarietà e testimoniare con l’esempio, più che con la parola, le regole d’oro: conoscere se stessi è il primo passo; non guardare all’altro come a un pericolo; imparare ad andare oltre i pregiudizi e gli stereotipi; far sperimentare agli altri i diritti umani e insegnare a scegliere con dignità, cercando di risolvere con coscienza le situazioni conflittuali.

L’augurio più bello è che ogni giovane si renda conto del tesoro prezioso che ha tra le mani e aspiri alle cose grandi: dimostratelo all’uomo, dimostratelo al mondo! Per poter dire: “ e sebbene io sappia in parte che scoprirne la bellezza mi è costato e probabilmente mi costerà tantissimo, la verità è che tutto quel che ho dato sarà sempre stato una minima parte di quel che ne ho ricevuto”.
Così, la Speranza verrà da Oriente, da Occidente. Da Nord e da Sud. E il valore dell’esperienza sarà la somma di tutti i sacrifici che si è stati disposti a fare e di tutta la Bellezza che le mani avranno saputo raccogliere.
Ti farai occhi, ti farai mani, ti farai abbraccio, ti farai ascolto.
E allora diventerai Vietnam, diventerai Tailandia, Filippine, Messico, Etiopia. Diventerai parte di quella realtà locale che vivi, ti farai parte della vita degli altri, e loro diventeranno parte di te.
Sarai le mani di chi ha le braccia legate, sarai la voce di chi è ridotto al silenzio, sarai il cuore di chi ha dimenticato come si ama, sarai gli occhi di chi non può più vedere, sarai. Non importa chi sceglierai di essere. Fallo con passione.

E allora, ancora un augurio a TE.
Perché tu scelga di impegnarti per quello in cui credi.
Perché tu trovi la forza di dare tutto te stesso.
Perché tu possa restare dentro l’anima dell’uomo e lasciare le tue orme sulla Strada.
Perché tu possa chiamare “Casa” ogni luogo dove lascerai un pezzo del tuo cuore.

Non puoi cambiare il mondo se non ci cammini dentro, se non ascolti le Storie degli uomini, se non le fai parte di te, se non diventi Storia a tua volta.

Ritempra in me, o Signore, il desiderio di essere Uomo.
Benedici la mia rotta.

Emanuela Di Paola
Stagista IIMA
Ginevra

 

 

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