Volontariato

Primo incontro di formazione al volontariato 2016 del VIDES Internazionale: Educatori di Pace

Written by elisabetta

Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno.
Madre Teresa di Calcutta

Domenica 29 novembre 2015, è una data da segnarsi sull’agenda. Nella teoria si tratta del primo incontro di formazione al volontariato organizzato dal VIDES, ma in realtà è l’inizio di un percorso che porterà dei nuovi volontari a realizzare i loro sogni, a rimboccarsi le maniche e fare la differenza da qualche parte nel mondo. E io che scrivo, sono davvero orgogliosa di essere stata presente, di poter essere una goccia nell’oceano.

In un’aula dell’Istituto di Maria Ausiliatrice di Bologna, 8 ragazzi ascoltano le parole di Sr. Leonor: all’inizio si parla della missione del VIDES e degli ambiti di lavoro (sostenibilità, donne, empowerment, diritti umani, progetti di microcredito), per poi concentrarsi sul verbo EDUCARE. Cosa significa? Non ci avevo mai pensato: Sr. Maria Grazia ce lo spiega, è la capacità di promuovere le risorse di una persona, tirare fuori dagli altri delle possibilità e dei talenti che non sapevano nemmeno di avere. Trovo che sia fantastico e difficile, e noi educatori di pace di impareremo a farlo, in ogni missione in cui saremo inviati.

Ad un certo punto arriva Mirko, ex volontario in Africa, che comincia a farci sognare raccontandosi. Dopo di lui Lamberto, Francesco e Adelina ci commuovono ed emozionano. Personalmente ricordo che avevo la pelle d’oca e un sorriso gigante stampato sulla faccia, mentre ascoltavo le loro esperienze e guardavo le loro foto. Credo siano stati proprio quei racconti, racconti di persone normali come noi, a farmi capire che questo corso di formazione sia stato la scelta giusta per me. Mirko è un trentenne che è stato due volte in Zambia, gioca a rugby e nei suoi occhi si legge la voglia di ripartire. Lamberto è un avvocato che si è improvvisato aiutante del prof di ginnastica e si è sentito il re del villaggio; racconta di quanto sia importante per noi stessi, per la nostra autostima, questo fare del bene agli altri, e ci descrive i momenti di festa al villaggio, il percorso per prendere l’acqua al pozzo, i corsi di alfabetizzazione. Francesco arriva accompagnato da sua moglie e ci mostra le foto di quando, molti anni fa, è partito per l’Africa: mi ha emozionato l’episodio della nascita di un bambino che è stato chiamato come lui in suo onore, e l’impegno che è continuato in Italia al suo ritorno, per inviare un sostegno economico alla missione tramite la sua azienda. Adelina, invece, ci porta in America Latina, a El Salvador, dove ha ripetuto l’esperienza della missione per moltissimi anni, durante i quali ha acquisito una nuova famiglia, lontana ma vicina.

Dopo il corso ci salutiamo tutti, e Mirko ci accompagna e si offre di darci tutte le informazioni che desideriamo sul volontariato, e ci dice “Purtroppo non si vive di solo volontariato”, e lo fa con una tristezza negli occhi che parla da sola: il volontariato comincia oggi, come ha detto Sr. Leonor, e cambierà tutta la nostra vita, il nostro modo di relazionarci con gli altri, facendo nascere quel fastidioso prurito che altro non è se non la voglia di ripartire. Il volontariato sarà una sfida, una sfida che è sinonimo di speranza. E oggi, più che mai, noi giovani ne abbiamo davvero bisogno.
Ora mettiamoci tutti al lavoro, ci aspettano altri due incontri a febbraio a Bologna, ed ad aprile a Roma, la formazione a distanza, la decisione della destinazione. E poi finalmente si parte!

Valentina Chendi

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