Quando decidi di partecipare alle selezioni del Servizio Civile sei consapevole di fare un po’ un salto nel vuoto. Sulla carta i progetti sono chiari e definiti, ma quante volte ti è capitato che la realtà fosse esattamente come te l’aspettavi? Praticamente mai, fortunatamente.
L’esperienza in loco, nella scuola salesiana Don Bosco di Cacuaco, provincia della capitale Luanda, si è rivelata fin ora appagante e frustrante allo stesso tempo. Appena arrivata pensavo che sarei stata inserita in progetti già attivati, a sostegno del personale in loco. Spesso invece le attività dovevano essere gestite da noi in primis (come ad esempio a Cristo Rei o a Seteka).
Inizialmente è stato uno shock ma non si ha molto il tempo per stupirsi, bisogna iniziare e darsi da fare. Tutte le attività che sto svolgendo rispecchiano le emozioni che sospettavo avrei provato: lo stupore per il nuovo, la difficoltà a volte di farsi capire e capire, la frustrazione di non riuscire, il timore di non avere nulla da dare di utile, la soddisfazione nel vedere i miglioramenti miei e dei bambini con cui lavoro, la gioia nel capire che sei accettata senza tutti quei giudizi, spesso molto severi, che solo tu dai a te stesso.
Stare qui mi sta aiutando a crescere molto e mi ha aiutato a scoprire risorse in me che non mi immaginavo. A prescindere dalle attività che si fanno, umanamente questo percorso è molto utile. Mi sento inoltre arricchita culturalmente e penso che tutto quello che sto capendo su questa realtà sociale è sicuramente un bagaglio prezioso di informazioni che mi torneranno utili per un qualsiasi lavoro nel mondo del sociale che vorrò intraprendere.
Luanda, 13 agosto 2019
Giulia Natali