Da Angela Patanè, volontaria del Costa Rica

03/02/09

Casa Main- Hogar para niñas: questa è la prima cosa che ho letto all’entrare in questa casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice che si trova in Heredia, una provincia a 20 minuti da San Josè. Lì tre settimane fa ho iniziato un’esperienza che, nella sua brevità, mi ha lasciato una lunga e possibile riflessione e in punta di piedi mi sono immessa in questo mondo dove ho scoperto una nuova povertà, ancora più povera di quella che ho conosciuto a Miravalles,una povertà “ricca” di esperienza negative e di infanzie sconosciute, di abbandoni e maltrattamenti, una povertà che non si vede nell’immediato e che, al suo apparire, ti lascia un senso di impotenza e rabbia.
In ognuna delle 12 bambine che attualmente si trovano in Casa Main e la cui età oscilla fra i 3 e i 9 anni, c’è qualcosa che ti colpisce, i loro occhi, i loro silenzi, i loro pianti e risa nascondono qualcosa che le accomuna tutte quante: la necessità di avere l’Amore di una persona che sia tutta per loro e in questo ho riscoperto la mia impotente piccolezza e ho rafforzato la consapevolezza della mia infinita fortuna
Durante questo breve periodo trascorso insieme a loro mi sono data da fare il più possibile e ,soprattutto nei primi giorni, mi sono limitata ad osservare molto il loro comportamento e stile di vita; il loro modo di rapportarsi alle altre bambine e alle suore, scoprendo ogni momento qualcosa di nuovo in loro,relazionato, chiaramente, al loro vissuto. Mi è venuta in mente la teoria della personalità di Erikson e il significato della parola “conflitto”, inteso come ostacolo da poter superare solo tenendo le condizioni adatte e necessarie: spesso mi sono fermata ad osservare queste creature immaginandole nel loro futuro, nella speranza che incontrino un luogo e un calore familiare adatto a mantenere in vita tutte le loro potenziali capacità.
Per poter lavorare con loro non bisogna essere degli specialisti o pedagoghi: in questo tipo di missione credo che sia necessaria molta pazienza e comprensione e soprattutto la capacità di porre dei limiti, cosa che non sempre è facile e che a me inizialmente non è riuscita del tutto. Il fatto di saper dosare l’Amore con la distanza emozionale usata solo come disapprovazione ad un loro comportamento inadeguato è il modo per poter entrare a far parte del loro mondo e per poter rendere possibile una comunicazione completa.. Ma la cosa più grande che bisogna possedere è la capacità di amare e di servire con Amore e gratuità: tutto questo l’ho incontrato in ognuna delle suore di Casa Main, che mi hanno accolta con lo stesso calore familiare di tutte le figlie di Maria Ausiliatrice che fino ad ora ho conosciuto.
Ringrazio ancora una volta chi, direttamente o indirettamente, mi sta rendendo possibile vivere queste esperienze e percepire non solo la povertà degli altri , ma soprattutto la mia.