Esperienza di volontariato di Anna Antico (Thailandia)

18/11/08

Sono partita alla volta di Bangkok in un assolato pomeriggio di luglio. All’aeroporto ho incontrato Cristina, la mia compagna di avventure e dopo aver abbracciato e anche pianto tra le braccia delle nostre mamme, abbiamo inziato questa meravigliosa esperienza che e’ stata senza dubbio la cosa piu’ bella che mi sia mai capitata.
Dopo un lunghissimo viaggio di quasi 14 ore siamo finalmente giunte nella “terra del sorriso”, perche’ la Thailandia e’ questo: un paese meraviglioso dove la gente non ha nulla e nonostante cio’ non smettono mai di sorridere.Ad attenderci c’erano le suore della comunita’ di Saladeng che ci hanno accolto con estrema gentilezza e calore ed ospitato nella loro casa per 4 giorni, il tempo necessario ad abituarci al fuso orario e al clima, che al primo impatto puo’ sembrare davvero insopportabile visto l’altissimo tasso di umidita’ e l’afa che ti accompagna in ogni momento della giornata.
La comunita’ di Saladeng e’ davvero straordinaria e ci siamo sentite da subito accettate e ricoperte di mille attenzioni: eppure il bello doveva ancora arrivare!
Dopo questo breve soggiorno duirante il quale abbiamo avuto modo di visitare la citta’ e di conoscere Kung, un’ex alunna dell’istituto salesiano di Bampon, che e’ stata per noi una guida turistica e culturale fondamentale, siamo partite alla volta di Phon Sung, nel Nord del paese, qualsi al confine con il Laos. All’arrivo a Nongh kai abbiamo trovato ad accoglierci la meravigliosa direttrice della comunita’, Sr. Yuphadee, una suora straordinaria con una energia travolgente e un sorriso luminoso come il sole: lei e’ stata la nostra guida spirituale per tutto il tempo in cui siamo rimaste a Phon Sung.
La mia esperienza e’ stata talmente bella che ho parecchie difficolta’ a trovare le parole per descrivere tutte le emozioni e i sentimenti che ho provato.L e suore della comunita’ sono state una seconda famiglia e ci hanno trattato con amore e con rispetto tant’e’ che la cosa piu’ difficile e’ stato doverle lasciare, seppur con la consapevolezza che ritornero’ a trovarle ancora.
All’inizio e’ stato difficile abituarsi agli orari e ai ritmi della casa, molto diversi dai nostri, al cibo piccantissimo e anche alle celebrazioni liturgiche in thailandese; eppure dopo i primi giorni di adattamento e con l’aiuto irrinunciabile delle FMA siamo entrate a far parte di quella meravigliosa famiglia e ci siamo davvero sentite a casa: come dimenticare la dolcezza infinta di Sr. Susanna, la cucina strepitosa di Sr. Maria che ci ha insegnato diverse ricette thailandesi e che ogni giorno riusciva a preparare qualcosa di diverso, forse anche viziandoci un po’ troppo? Ogni suora della comunita’ ci ha arricchito e ci ha lasciato qualcosa; Sr. Yuphadee in particolare e’ stata per me una sorella maggiore, una maestra, un’amica e rappresenta tutt’oggi per me un modello di vita al quale ispirarsi.
Il luogo era splendido con una natura lussureggiante, costellato di laghi e canali e con una vegetazione florida e rigogliosa caratterizzata da mille diverse tonalita’ di verde e da fiori splendidi e colorati per non parlare della buonissima frutta che abbiamo avuto modo di assaggiare e che non avevamo mai visto in vita nostra!
Le nostre giornate scorrevano veloci perche’ davvero colme di impegni: trascorrevamo le nostre mattine ad insegnare l’inglese nella scuola del villaggio e il pomeriggio visitavamo le famiglie dei bambini da inserire nel programma SAD, con una pazientissima Sr. Yuphadee,che nonostante gli infiniti impegni trovava il tempo di farci da interprete e di mostrarci luci e ombre di Phonsung.
L’insegnamentio dell’inglese all’inizio non e’ stato cosa facile ma poi con l’aiuto dei giochi e di altre attivita’ ricreative alternative nonche’ degli insegnanti del posto, siamo riuscite a compiere un piccolissimo miracolo tant’e’ che dopo il primo mese tutti i bimbi della scuola non ci salutavano piu’ con il tradizionale Sa Waa Dee accompagnato dall’inchino ma gridavano a squarciagola “Hello e Good Morning teacher” non appena noi passavamo accanto a loro. I piu’ piccoli ci abbracciavano forte e ci coinvolgevano nei loro giochi insegnandoci anche un po’ di thailandese mentre i piu’ grandi ci portavano in giro per boschi, risaie e laghi con le biciclette, facendoci godere di tutte le bellezze naturali del posto, insegnandoci con una certa severita’ l’inchino thailandese e riempiendoci il cuore con le loro risate fragorose soprattutto quando noi provavamo a parlare in thailandese!!Le comunicazioni non sempre erano facili ma tra una parola in inglese e una sbirciata sul dizionario italiano thailandese siamo sempre riuscite a farci capire anche con i bimbi piu’ piccoli.
Phon Sung e’ un luogo molto particolare, dove la gente non ha nulla e non spera in nulla; manca tutto e manca soprattutto il lavoro e quindi anche da mangiare; i bambini vivono quasi tutti con gli anziani nonni o altri parenti in quanto i genitori sono tutti altrove per lavoro oppure li hanno abbandonati. Al di la’ della forte indigenza materiale c’e’ un evidente crisi della famiglia e dei valori che assicurano una crescita sana dei ragazzi. Le suore fanno del loro meglio per insegnare i valori morali e per aiutare le famiglie materialmente attraverso la distribuzione del cibo, la costruzione delle case per chi non ha i soldi per farlo e le cure mediche necessarie.
Durante la festa della mamma a cui abbiamo avuto la fortuna di partecipare alcuni ragazzi hanno regalato a noi le tradizionali ghirlande di fiori perche’ le loro mamme non c’erano piu’.
All’inizio tutta quella poverta’ mi ha lasciata disorientata e molto addolorata: non riuscivo a capire come fosse possibile che ancora nel 21o secolo ci sono bambini che possono permettersi di mangiare solo una volta al giorno e che, dopo la scuola, invece che pensare a giocare e a studiare, vanno in giro a cercare un pesciolino o una rana da manigare. Purtroppo questa e’ la situazione in un paese del terzo mondo e vederlo con i propri occhi e’ del tutto diverso che guardarlo in televisione o sui giornali, ve lo assicuro.
Io e Cristina, non appena potevamo e con il benestare delle suore (che spesso duistribuiscono viveri), andavamo nella vicina citta’ di Nongh Kai a comprare cioccolata e dolci, ma anche cibo in scatola per poi andare a distribuirli insieme alle suore nei giorni di festa nelle case piu’ povere del villaggio. I bambini in festa e le loro grida di gioia saranno per sempre impressi nella mia mente.Sentirli parlare in inglese e farci essi stessi da inetrpreti quando andavamo in giro per Phonsung.
Nelle giornate assolate accompagnavamo i bambini a nuotare e li lasciavamo divertire schizzandoci l’acqua addosso per poi tornare totalmente fradicie a casa, ma con il cuore colmo di gioia e di gratitidine per quello che stavamo viviendo: si perch’e regalare anche solo un istante di gioia a che e’ meno fortunato di noi e’ una cosa che non ha prezzo e che ti arricchisce per sempre; la gente e i bambini di Phonsung mi hanno dato molto piu’ di quanto posso aver fatto io e non li dimentichero’ mai ne saro’ mai abbastanza grata alle suore, alla comunita’ del villaggio e a tutti quegli straordinari ragazzi che mi hanno dato una lezione di vita importantissima. Mentre mi trovavo a Phon Sung io ero serena come non lo sono mai stata in vita mia; sentivo c he non mi mancava niente ,satavo bene ed ero felice di trovarmi la.
Molti ragazzi ci hanno regalato dei disegni o scritto delle letterine e una ci ha persino regalato una scatola piena di minuscoli origami fatti a mano da lei.
Due mesi sono davvero volati e avrei voluto rimanere molto di piu’; il giorno della partenza sono venuti tutti i bimbi della scuola a salutarci nonostante fosse in programma una partenza in sordina; la macchina e’ stata letteralmente circondata e tra le lacrime incontrollabili abbiamo abbracciato tutte le suore e siamo state abbracciate da decine di bambini in lacrime; Ho continuato a ringraziare sinceramente in italiano, inglese e thailandese ma per quanto mi riguarda non e’ stato sufficiente a spiegare a parole i sentimenti che provavo in quel momento e che continuo a provare adesso che sto scrivendo. In tutta la mia vita nessuno mi hai mai dato quanto ha fatto quella comunita’.
Ho capito tanto sulle vere priorita’ della vita, su quanto contato gli affetti e la famiglia, su quanto sono fortunata e quanto insgnificanti siano alcuni problemi di tutti i giorni che riteniamo fondamentali per la nostra esistenza e che in realta’ sono totalmente futili o addirittura inesistenti. A Phon Sung non hanno niente eppure ridono e sorridono sempre, come io non ero piu abituata a fare. La gente di Phon Sung sara’ per sempre nel mio cuore e non mi abbandonera’ mai.
Al VIDES Internazionale, per questa opportunita’ che ha cambiato per sempre la mia vita, va tutta la mia riconoscenza e la mia gratitudine.

Anna Antico