Esperienza di volontariato di Simona D’Angelo a Tirana (Albania)

20/10/08

L’opera delle FMA ed il centro Maria Mazzarello

L’Associazione QAFS (Qarku i Aktiviteteve Formative Saleziane) è gestita dalle Figlie di Maria Ausiliatrici, opera sul territorio dal 1998 nella zona di Tirana e dal 2004 anche al villaggio di Tale Bregdeti.
Prima del 1998 in Albania le FMA lavoravano già dal 1991 insieme ai salesiani. Nel 2007 le FMA hanno compiuto 100 anni di presenza in Albania, fatta eccezione per il periodo relativo al Comunismo.
Tutte le attività che vengono svolte sono a scopo e fini educativi, tali attività sono per Tirana:
– Corsi professionali di cucina, pizzeria, pasticceria, panetteria, taglio e cucito, baby sitting, corsi per animatori sociali, segretarie, dattilografiste,operatori turistici,archivisti, corsi di lingua straniera-inglese e italiano), corso di rafforzamento scolastico con promozione alla vita, attività sportive all’interno di un programma di oratorio,grest estivo, corso prescolare per bambini tra 5/6 anni.
Per quanto riguarda il villaggio di Tale Bregdeti:
– Attività di catechesi, animazione liturgica, formazione dei chierichetti, attività varie di oratorio e recupero scolastico, e promozione umana a più livelli.
L’ Associazione si rivolge a tutti i bambini, ragazzi, giovani e loro famiglie, con una particolare attenzione ai più poveri e disagiati. Una particolare predilezione va alle giovani donne che vivono situazioni di sottomissione familiare e soprattutto dai loro mariti, data la cultura ancora profondamente maschilista che viene percepita nel Paese.
Gli obiettivi delle FMA sono puramente socio-educative e culturali ed il loro impegno è rivolto a sviluppare attività per la promozione della gioventù albanese e per offrire adeguati strumenti di prevenzione, recupero e reinserimento dell’infanzia a rischio di devianza ed esclusione sociale; inoltre un occhio di riguardo sempre verso le pari opportunità, cercando di far conoscere diritti e doveri dei bambini, della donna.
Spesso lavorando nella periferia della città cercano di far superare forme di razzismo, purtroppo presente specie verso le comunità di Rom insediatesi nella città di Tirana.
Il lavoro costantemente svolto dall’opera FMA in collaborazione con i Salesiani in Albania sin dal è fondamentale specialmente da quando, dopo il collasso del regime comunista (1991), il paese si è aperto all’esterno presentando un’altissima povertà ed un forte sottosviluppo.
Attraverso la creazione del centro Maria Mazzarello ha contribuito allo sviluppo del settore della formazione professionale albanese.
L’intervento, in partenariato con il Don Bosco di Tirana, il Centro Maria Mazzarello di Tirana, il Centro Maria Ausiliatrice di Scutari, il Centro Don Bosco di Pristina ed il Centro Murialdo di Fier (come associato), mira al rafforzamento della società civile, in particolare di alcune sue espressioni in campo educativo e formativo, e ad una sua maggiore valorizzazione all’interno della vita politica, sociale dei paesi coinvolti.
L’azione vuole inoltre favorire il dialogo con il governo locale e gli altri attori della società civile, stimolando anche il rafforzamento della rete di attori omologhi.

Informazioni sull’alloggio

L’alloggio mi è stato messo a disposizione dalle Suore e si trova esattamente di fronte al centro. All’interno vi sono 3 camere con 4 letti ciascuna, una cucina molto grande ammobiliata (frigorifero, televisione con decoder, forno, lavatrice etc..). L’appartamento ha due ingressi ed è diviso da una porta interna, qualora vi fossero volontari di entrambi i sessi presenti. I letti sono a castello e in ogni camera c’è una scrivania e un armadio. I bagni sono due uno per divisorio, con doccia e tutti i servizi. E’ un alloggio con molte comodità e soprattutto basta attraversare la strada per essere al centro.

Centro “Maria Mazzarello”

Il centro Maria Mazzarello, che prende il nome dalla Santa Co-fondatrice dell’ Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, mira a fornire ai ragazzi albanesi uno strumento che consenta loro di interagire con gli altri prevenendo e cercando di contenere, tramite attività ludico-ricreative (come sport quali pallavolo, basket, calcio, e attività varie quali lezioni di teatro, chitarra), l’insorgere di comportamenti devianti tra minori.
All’interno del centro vi sono una scuola materna, un centro diurno, un centro giovanile dove vengono tenuti dei corsi professionali, un convitto per le ragazze dei villaggi che partecipano a questi corsi. Scopo della formazione è quello di offrire ai/alle giovani, un occasione di specializzazione relativamente ad una professione, ma soprattutto si vuole offrire la formazione alla vita. La metodologia salesiana tiene in particolar modo a formare la persona nella sua integrità, quindi non solo l’aspetto intellettuale, ma anche quello affettivo, umano e di valori.
Inoltre dato anche l’incremento del tasso di abbandono scolastico, attraverso attività come campi estivi (grest) dove vengono svolte varie attività, si dà la possibilità ai ragazzi di seguire dei corsi di lingua Italiana ed Inglese.

Attività

Sostegno scolastico, animazione del tempo libero (sport, musica, teatro), corsi di formazione professionale.
Il Target
Minori di quartiere Rruga Komuna e Parisit dai 7 ai 15 anni, residenti a Tirana. Per il Grest, circa 200 minori.

La mia esperienza
Premessa

Appena arrivata a Tirana all’aeroporto Nene Tereza, ad aspettarmi c’era Suor Edvige Carocari responsabile del centro Maria Mazzarello con Suor Nelly. Tutto era molto strano per me, ero intimorita da questa nuova esperienza e non sapevo se avessi fatto la scelta più giusta, ma la sola presenza di Sr. Edi, mi ha subito tranquillizzata e, in un certo senso, mi ha fatta sentire a casa.
Abbiamo attraversato Tirana, parlando della mia vita e delle motivazioni che mi avessero spinto ad arrivare a Tirana e mentre il discorso continuava mi sono sentita come a casa. Dopo circa una ventina di minuti siamo giunte a Rruga Komuna e Parisit al centro Maria Mazzarello.
Appena arrivata ho avuto modo di conoscere quelli che poi sarebbero stati i miei compagni di lavoro (e non solo), essendo arrivata in tarda mattinata, mi sono subito sistemata nell’appartamento messo a disposizione per i volontari.
Dopo una prima sistemazione, sono stata invitata a pranzo al centro in modo da poter conoscere Suor Angela e Suor Nelly.

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Da sinistra Sr.Angela, Sr. Edvige, Sr. Nelly

Sr. Angela responsabile delle attività del Grest di Tirana, si occupa fattivamente dell’organizzazione delle attività e dei gruppi, ovviamente supportata dalla supervisione della Responsabile del centro Suor Edvige e da Suor Nelly indispensabile aiuto nell’organizzazione delle attività. I gruppi sono sette ed i ragazzi vi sono suddivisi a seconda delle età che vanno orientativamente dai 7 anni ai 15. I ragazzi sono circa 200, tutti residenti nella zona Komuna Parisit, dove è sito anche il centro Maria Mazzarello, con un background medio-basso.
Appena “rotto il ghiaccio”, sono stata accompagnata a visitare il centro. Esso dispone di un campo da pallavolo/basket ed un campo di calcetto, di una palestra e di un ampio portico dove svolgere alcune delle attività previste dal grest.
Il centro ha molte attrezzature, spesso frutto di raccolte fondi e/o di partner italiani, i ragazzi hanno divise per ogni sport e al Grest indossano magliette colorate con tonalità differenti a seconda della suddivisione in gruppi.

Una delle classi di inglese

Una delle classi di inglese

L’acchiappasogni di Hashale

volontari05_3Siamo nell’anno 1675 dopo Cristo, anno in cui gli inglesi sono sbarcati nel Nuovo Mondo. A capo della spedizione colonizzatrice, il Re Filippo ha posto il Governatore Edmund Andros, spietato soldato della Flotta Marina Inglese. Il suo compito è quello di invadere tutte le terre scoperte e distruggere o rendere schiava ogni forma di vita umana.
In quelle terre di conquista vivono i pellirosse nativi d’America: i Munsee, nell’isola di Mahan Atin (l’attuale isola di New York chiamata Manhattan); i Mohegan, al nord, e gli Accomac, nella città di Plymouth e lungo tutta la costa. Questi popoli, che prima della venuta dell’Uomo Bianco erano in guerra tra loro, devono ora fronteggiare questo nuovo attacco.
La nostra storia narra le vicende del popolo Munsee e inizia con l’incendio e la distruzione del loro villaggio avvenuta misteriosamente. C’è chi dice sia stato Wachpanne, pellerossa strano appartenente alla tribù, mentre altri pensano sia opera dei colonizzatori inglesi. Fatto sta che la capo-tribù Wakanda e suo marito Leyati spariscono misteriosamente e i loro figli gemelli di undici anni, Maneta e Wapi, rimangono soli con la nonna Nuna.
Per loro esiste solo la fuga perché il pericolo è alle porte. Non sarà facile mettersi in salvo e Wapi addirittura verrà rapito da Nitis, pellerossa della tribù dei Mohegan. Nuna e Maneta ritroveranno la serenità salvate da Aponi, sorella di Leyati e capo-tribù di un altro villaggio Munsee. La prima parte del racconto termina con la nascita di Hashale, figlio di Wakanda e Leyati, e fratello di Maneta.
La seconda parte del racconto parte sedici anni più tardi. Hashale è diventato adulto e viene eletto sciamano del popolo Munsee e gli viene dato un incarico misterioso. Tranelli, trabocchetti e inganni renderanno la vita difficile ad Hashale e a Maneta. Incontreranno anche altri pellirosse, come Chenoa e Nahele, e con loro vivranno ancora intrigati episodi.
Avventure mozzafiato nella Foresta degli Spiriti, o imprevisti nella Spiaggia delle Tartarughe, o attacchi di sorpresa nel Sentiero della Lacrime: questi e altri eventi dovranno vivere i nostri amici Munsee alla ricerca di qualcosa di misterioso che il Grande Spirito chiederà loro di trovare.
Ma lo Spirito del Male metterà lo zampino per rovinare quella pace che sembrava essere stata conquistata e la Grande Vendetta potrebbe essere l’ultima parola pronunciata dai popoli pellirosse.
Ma il finale sarà sorprendente perché quello che sembrava essere il destino di tutti i nostri eroi, invece, sarà ciò che li cambierà per sempre.

Il tema del grest

Il tema di Hashale e dell’acchiappasogni è stato il progetto educativo che ha accompagna questo Grest 2008 e rappresenta, quindi, un viaggio che porta i protagonisti a scoprirsi attraverso le difficoltà, ad acquisire sempre maggior consapevolezza delle loro capacità, ad assumersi via via maggiori responsabilità, a scoprire qual è la vera libertà, fino a comprendere qual è il vero significato dell’educazione facendo riferimento ai valori cristiani che si innestano nella pienezza della nostra umanità.
E’ stato elaborato un percorso che parla d’educazione nei suoi vari aspetti, sia dalla parte dell’educando che dell’educatore.
Tutto il materiale che è stato offerto ai ragazzi, ha fatto riferimento a questo progetto educativo sotto forma di drammatizzazione teatrale, attività formative, preghiere, giochi, ambientazioni perché attraverso l’animazione e il gioco si possa educare, spinti dal desiderio di percorrere insieme a loro un cammino, rendendoli consapevoli che un futuro migliore e portatrice di fede e speranza esiste.

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Rappresentazione teatrale di Hashale

La mia giornata tipo

E’ difficile descrivere la giornata tipo di un volontario, perché esso è una componente importante e spesso è come il jolly in un mazzo di carta ed utilizzato in un progetto, come ad esempio il Grest, in più attività.
La mia giornata tipo iniziava con un breve incontro mattutino con Suor Angela e tutti gli altri animatori del Grest, dove ci veniva spiegato il tema del giorno e le modalità migliori per affrontarlo con i ragazzi dei rispettivi gruppi, il gruppo che mi è stato assegnato è stato quello relativo ai ragazzi di età compresa tra i 15 – 16 anni.
Nella prima parte della giornata si svolgevano varie attività strutturate e tenute dai vari animatori:
– Lezioni di chitarra,
– Teatro,
– Danza,
– Laboratori di arte manuale,
– Lezioni di Italiano,
– Lezioni di Inglese,
– Lezioni di Basket/pallavolo/calcio
Dopo un piccolo break, in cui ragazzi ed animatori si concedevano uno spuntino mattutino, si riprendevano le attività strutturate per un’altra ora dopo la quale ci si riuniva in gruppi per parlare del tema del giorno.
Ogni gruppo ha affrontato la tematica del giorno ( l’amore, l’amicizia, la lealtà, la famiglia etc..), tenendo conto dell’età dei ragazzi, delle loro esperienze di vita e del loro back round socio-culturale.
Ciò ha consentito l’istaurarsi di rapporti d’amicizia non solo tra i ragazzi ma anche di creare un ponte comunicativo con l’animatore responsabile.
Ogni gruppo volta per volta eseguiva un cartellone riassuntivo con i pensieri di ogni componente, che poi veniva esposto e commentato insieme a tutti i lavori il venerdì, ultimo giorno delle attività del Grest prima della chiusura del centro che avviene il sabato e la domenica.
Al termine delle attività della mattina, si svolgeva la riunione riepilogativa tenuta da Sr. Angela dove si discutevano le varie ed eventuali problematiche emerse durante gli incontri.
La riunione finale è spesso motivo di confronto tra animatori e responsabili, è un ottimo metodo per poter conoscere lo stato di avanzamento delle attività e le problematiche ad esse inerenti, conoscere le opinioni degli animatori e le difficoltà che hanno incontrato durante il loro svolgimento, cercando di risolverle assieme.
Una volta conclusesi le attività e i laboratori mattutini, i ragazzi e solo alcuni animatori ritorneranno per l’oratorio nel pomeriggio, alle ore 18,30
Nel pomeriggio i ragazzi formavano delle squadre di pallavolo, calcio e basket dove poter giocare e disputare dei mini-tornei amatoriali. Alla fine di ogni settimana, il venerdì, vi erano dei giochi a squadre dove poter accumulare punteggi in vista della vittoria finale del gruppo con maggiore punteggio.

Il mio ruolo

Appena arrivata, non sapendo come comunicare con i ragazzi, data la difficoltà della lingua ho chiesto a Sr.Angela se potessi seguire come attività strutturate le classi di Inglese e Italiano, affiancando le insegnanti durante le loro lezioni.
In questo ruolo mi sono sentita molto a mio agio, e alla fine ho deciso di dedicarmi esclusivamente alla classe d’Inglese, più numerosa, collaborando con l’insegnante e scegliendo una canzone da presentare alla recita finale dell’ultimo giorno di grest dove sarebbero venuti i genitori.
Ho legato sin dal primo giorno con i ragazzi, con alcuni di loro si è creato rapporto molto forte basato sul rispetto e l’affetto, per questo lavorare con loro non mi ha creato alcun problema.

Cosa può fare un volontario

In contesti come l’Albania, c’è bisogno di personale è un Paese con enormi difficoltà strutturali, politico-economiche e sociali, si verifica questa carenza, probabilmente perché non si contestualizza il fatto che può essere definito a tutti gli effetti un Paese in via di sviluppo solo che si trova in Europa e non in Africa.
Il volontario collabora energicamente alle attività giornaliere, l’orario di lavoro in questo caso specifico andava dalle 8,30 alle 13 e dalle 18,30 alle 20,30; le mansioni sono varie, dall’ organizzazione del materiale per le attività alla realizzazione delle stesse. Spesso si accompagna le suore nelle loro missioni fuori Tirana, come ad esempio è capitato per il villaggio di Tale, dove però non ho lavorato data la presenza di Sr. Carolina e Sr Magda e altri volontari che sono lì in missione.

Un giro per l’Albania

Al termine del Grest, è stata accolta la proposta di Sr.Edvige e Sr. Angela, di visitare il territorio albanese, io assieme agli altri animatori abbiamo viaggiato per tre giorni percorrendo le tortuose strade del Paese. L’Albania è una nazione meravigliosa, con un patrimonio naturale, storico ed architettonico che non ha nulla da invidiare ad altri paesi.
Abbiamo visitato Gjirokaster fortezza medievale, Durazzo, Syri i Kaltër detto l’occhio blu, Saranda, Butrinti e poi ancora l’immenso lago di Scutari arrivano al confine con il Montenegro sempre a Scutari il castello Rozafat ed infine Kruja.

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Il viaggio animatori

La mia testimonianza

Quando sono arrivata ero piena di remore e paure, si sente parlare spesso e volentieri male dell’Albania e degli albanesi e forse questo ha creato in me il timore di non trovarmi bene.
Ma appena sono arrivata ed ho visto le persone con le quali avrei collaborato qualcosa in me è cambiato. Questa esperienza mi ha profondamente cambiata, ha cambiato la mia interiorità e ciò che ero al punto che sto lavorando per poter tornare in Albania da progettista (è la mia specializzazione). Ho instaurato con i ragazzi un rapporto meraviglioso, sembrava ci conoscessimo da anni, siamo diventati una famiglia in poco tempo, hanno aperto il mio cuore come nessuno prima di quel momento era riuscito a fare.
Nonostante non parlassimo la stessa lingua, i loro occhi mi comunicavano molto di più di milioni di parole, i loro abbracci ed i regali alla mia partenza hanno modificato il mio essere nel profondo, al punto tale che il giorno dopo il mio rientro, ho percepito un vuoto incolmabile. Poter lavorare con loro, mi ha riportato al periodo in cui ero catechista, è come se fossi tornata indietro nel tempo di anni, in un mondo che avevo abbandonato a causa delle problematiche di vita, che ti risucchiano come in un vortice, e non ti lasciano il tempo per riflettere e capire cosa è veramente importante e cosa no.
Il rapporto con gli animatori è stato splendido, ho lavorato in armonia e non ho percepito nessun tipo di differenza, anzi sono stata sempre seguita ed aiutata e tra di loro ci sarà qualcuno che occuperà il mio cuore per sempre, non solo perché sono stati preziosi compagni di viaggio e lavoro, ma soprattutto perché sono diventati amici.
Che dire delle Suore, meravigliose. Ho aperto il mio cuore e loro hanno saputo come colmare quella tristezza che mi portavo dentro, sono riuscite a consigliarmi e a starmi accanto nonostante fossero oberate di lavoro. Mi sono sentita a casa seppur lontana migliaia di chilometri da casa mia.
Ringrazio davvero di cuore, chi mi ha permesso di fare questa esperienza e chi l’ha resa unica.
Grazie a tutti