Esperienza estiva di volontariato internazionale a Cacuaco (Angola)

14/10/08

Lasciare un’esperienza di volontariato all’estero non è mai semplice.
Difficilmente si riesce a restare indifferenti agli abbracci stretti stretti dei bambini, alle persone che mi hanno accolta e al fascino di un contesto culturale differente. L’esperienza che ho vissuto si è svolta in Angola, a Cacuaco, un paese in riva all’oceano con strade brulicanti di gente, colori e donne con i loro bambini avvolti sulla schiena.
A causa delle elezioni politiche durante il mese di agosto la scuola è rimasta chiusa e la mie attività come volontaria prevedevano, quindi, l’organizzazione di oratori e attività che intrattenessero i bambini durante la chiusura scolastica. Nello stesso periodo la scuola forniva un corso di formazione per insegnanti che mi ha permesso in varie occasioni di parlare del tipo di educazione infantile in Italia e di poterla comparare con quella angolana. Ho tentato anche di organizzare un’attività teatrale con bambini e ragazzi della scuola ma la difficile organizzazione, l’elevato numero di bambini e il tempo ristretto non ci hanno permesso di concludere il progetto.
Parlare con le persone, incontrarsi e condividere è ciò che più mi arricchisce e che più mi fa apprendere quando sono all’estero. La mia esperienza a Cacuaco mi ha dato l’opportunità di riflettere molto sui nostri diversi stili di vita; tra i volti delle donne angolane e dei pescatori del quartiere lungo il mare vedevo la forza e l’orgoglio di chi lotta giorno dopo giorno per la vita e lo fa con orgoglio e solidarietà. Nelle chiese ho incontrato una fede intensa e profonda di fronte alla quale non sono mai riuscita a trattenere una profonda commozione. Nell’entusiasmo dei bambini, nel loro interesse per ogni cosa ho trovato l’energia che chiunque dovrebbe avere nei confronti della vita. Camminando tra le strade dei quartieri ho sentito che il nostro avere materiale, le tante cose superflue sono spesso fonte di caos, stress e confusione; nell’essenza delle case angolane ho trovato lo spazio del dialogo e dell’incontro, la gestione semplice di una vita ricca di sentimenti ed emozioni in tutte le loro manifestazioni. Se ora chiudo gli occhi risento l’odore di quelle strade, un odore di polvere e di salmastro, di pesce in vendita tra la sabbia e l’immagine di chi ogni giorno lavora e si sveglia scegliendo di vivere intensamente. Vivendo a Cacuaco questi pochi giorni ho sentito che ogni persona faceva parte di un tutto più ampio, di una comunità, di una condivisione generale del quotidiano; ho sentito praticare il senso del popolo cosciente della propria ricchezza umana e orgoglioso della propria cultura; ho sentito una forza e una solidarietà che solo persone unite ad altre persone possono creare scontrandosi con ciò che spesso caratterizza la nostra società ovvero la fragilità che trasmette chi si costruisce nella sua solitudine.
Ho tentato varie volte di ringraziare quelle persone per tutto quello che mi hanno insegnato sul vivere quotidiano ma le emozioni sono sempre difficili da spiegare a parole e spero di esserci riuscita almeno con uno sguardo di gratitudine o degli abbracci.
L’accoglienza all’interno della casa di Maria Ausiliatrice è stata come sempre molto ospitale, le suore del posto sono molto impegnate nelle attività con i bambini e con la comunità locale. Condividere questo mese con loro è stata un’opportunità per me per apprendere, collaborare e dare spazio alla spiritualità e alla preghiera. Loro sono uno dei ricordi che porto dentro con più affetto.
Ora che ho ripreso la mia vita in Italia sento che una parte di me continua a ricercare la semplicità che incontravo tra la gente di Cacuaco, lo spazio per l’incontro e la condivisine; mi prende una lieve nostalgia che raccoglie in se la consapevolezza della grande opportunità che ho avuto nell’aver vissuto questa esperienza.

Elisa