L’Angola di Anna

06/10/10

volontari19_1Carissima Suor Leonor,
vorrei condividere con lei e con tutti i ragazzi del VIDES la mia vita in Angola e mi piacerebbe riuscire a farla sentire a tutti voi come se l’aveste vissuta insieme a me.
Innanzitutto ancora grazie per l’opportunità che mi avete dato e per l’affetto che mi avete sempre fatto sentire fortissimo.
La mia non è una vera relazione, quella se volete la scriverò, sono solo emozioni, solo alcune delle emozioni che ho provato, quelle che sto riprovando mentre vi scrivo. Purtroppo per me, non sono capace di comunicare cose che non sento nel momento in cui scrivo e quindi tutte le altre centinaia di sensazioni di cui vorrei parteciparvi per il momento aspetteranno.
Non ho mai pensato a come sarebbe stato il mio incontro con l’Africa e non avrei mai potuto immaginare quello che poi è stato realmente.
L’arrivo a Luanda è stato scioccante, un impatto fortissimo con la povertà; una sensazione così intensa che sento ancora oggi esattamente alla stessa maniera.
Da allora sono entrata in un vortice di emozioni incredibili che non riesco a spiegare non solo agli altri ma anche a me stessa, che mi provocano dolore e gioia allo stesso momento e hanno completamente occupato ogni mio pensiero.
Ho vissuto con gli altri volontari i miei giorni africani a Luena con la comunità del Centro Educativo Maria Auxiliadora, tre suore e due ragazze angolane che sento ormai parte della mia famiglia.
volontari19_2E’ incredibile il fortissimo legame che in poco tempo riesce a crearsi con persone che non conoscevi e che neanche parlano la tua lingua.
Le suore che ho incontrato sono un fenomeno della natura, non stanno mai ferme, sanno fare di tutto e sempre con il sorriso. Sono delle donne incredibili, con un pensiero per tutti anche nelle mille cose che hanno da fare ogni giorno, tanti tanti loro piccoli gesti mi hanno emozionato per la carica di amore che hanno dentro e che non hanno paura di trasmettere e mostrare agli altri.
Loro – non lo sanno ancora perché l’ho scoperto ora che sono tornata a casa – mi hanno regalato la gioia di pregare per gli altri, per la gente che neanche conosco ma per la quale vuoi che arrivi la tua preghiera come se pregassi per te stesso o per le persone cui vuoi bene … questa è un’altra delle cose che mi è difficile spiegare. Ora le mie preghiere sono metà in italiano e metà in portoghese.
Con loro mi sono sentita a casa, sono stata sempre me stessa e sono stata bene.
Sarei falsa se non dicessi che all’inizio è stata dura quanto non avrei mai creduto. Anche se sono partita aperta a calarmi appieno in una cultura ed in una vita diversa là entri davvero in un’altra dimensione sotto tanti aspetti. Le giornate sono molto intense, piene di cose da fare, con una scansione del tempo del tutto diversa dalla nostra e soprattutto ti sembra insormontabile il non riuscire a comunicare come sei abituato a fare. Ti rendi conto di quanto ti possano mancare le persone a cui vuoi bene e persino le cose a cui sei abituata e ti senti debole. Arriva presto però, senza che nemmeno te ne accorgi, un momento in cui questa sensazione passa, non hai niente e nessuno della tua vita vicino a te ma stai bene lo stesso. I tuoi affetti ti sono lontani ma le suore, la gente che incontri e il popolo angolano ti accolgono in una maniera così calorosa che ti senti pieno e, non più ospite, ma parte della loro vita.
Allora ho iniziato a vedere tante cose in maniera diversa; la povertà esisteva ancora ma sono stati i sorrisi dei bimbi, la serenità nei volti della gente, la loro generosità, l’attenzione e l’apertura nei confronti degli altri, l’impressionante gratitudine verso di noi quando entravamo nelle loro case, nei loro villaggi, i loro canti, le loro preghiere intense, tutta tutta la loro vita, a lasciarmi senza parole.
Ora per me l’Africa – quella piccola piccola parte di Africa che ho conosciuto – non è più solo un bimbo che ha fame o una capanna di paglia ma invece un bimbo che ride, un popolo che ti viene incontro così com’è senza i nostri artifici, le nostre false apparenze, le nostre banalità.
Certo la povertà, la mancanza di acqua, di energia elettrica, di scuole per tutti e tante tante altre cose ci sono e non le dimentichi ma ora io penso all’Angola e mi si illumina di gioia la vita.
volontari19_3A Luena e nei villaggi vicini ci sono bimbi ovunque e ci sono bimbi che portano sulle loro spalle bimbi ancora più piccoli e, come se fossero già adulti, stanno attentissimi a che non gli succeda niente. Ti entrano nel cuore con forza, anzi te lo rapiscono proprio. Allo stesso modo mi hanno emozionato la dignità e la fierezza della gente più adulta, e le donne, le donne che camminano con le loro pesanti ceste d’acqua, le donne che pregano con i loro “panni” colorati, quelle donne che hanno così poco ma portano avanti tutto.
Ho passato a Luena poco meno di un mese ma quella piccola città di casette con il tetto di lamiera, di sabbia rossa e di strade che non sono strade, con la sua gente mi manca come se fossi andata via dalla mia casa.
Non so se sono riuscita a comunicare almeno un pò della mia gioia e delle emozioni che ho vissuto e che continuano a crescere dentro di me come se non finissero mai, come se si rigenerassero e diventassero sempre più grandi.
Non posso lasciarvi senza far partecipare anche voi dell’unione bellissima che ho visto e sentito a Luena tra tutti i salesiani, volontari compresi, e tra loro e le suore di altri ordini. C’è una solidarietà e un’armonia tra di loro impressionante, è emozionante – come dico io ti rappacifica con il mondo e con gli uomini – vederli collaborare, dividere ogni cosa, venirsi incontro, aiutarsi e cercarsi sempre sia nelle difficoltà che semplicemente per trascorrere una domenica insieme. Non vi racconto i singoli episodi ma le suore della comunità ci hanno fatto conoscere tante realtà e tanta gente e tutti ci hanno accolto con gioia e affetto; ci hanno portato in giro a conoscere le varie zone della città, nei villaggi, a cena a casa del Vis, al fiume … ovunque anche quando erano stanchi e sempre ridendo, cantando, senza far pesare niente.
Mi hanno fatto sentire quanto grande è la bellezza degli uomini e quanto è bello incontrare gli altri.
Occupo ancora un pò del vostro tempo per ricordare due persone, le uniche dalle quali ero inizialmente intimorita per la loro carica: Don Tirso, il Vescovo di Luena, e la Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Oggi vedo in entrambi, pur con vite sicuramente molto diverse, la semplicità, l’amore, l’altruismo, la generosità, la dolcezza, la cristianità fatti persona.