Testimonianza di una volontaria VIDES a Ocotepec (Messico)

02/02/12

Non posso negarlo sono partita per il Messico con i bimbi africani ancora nel cuore e sono tornata a casa con un cuore più grande, non perché in un mese sia diventata più buona, semplicemente perché mi è servito nuovo spazio per farvi entrare anche Ocotepec e i suoi tanti occhi neri di bimbi e di gente che stanno sempre con me.

Ocotepec (che strano nome mi dicevo e mi dicevano tutti) un tempo lunghissimo per arrivarci, una strada tutta curve e buche, un paesaggio che toglie il fiato per la sua bellezza e tanti colori ovunque.
Ho vissuto in questo piccolo paese immerso nelle nuvole sulle montagne del Chiapas all’incirca un mese, la scorsa estate, con Johanna e Beatrice, le mie compagne italiane, incrociando altre ragazze del VIDES Belgio e qualche messicana.

E’ difficile raccontare e far comprendere quella che dopo i primi giorni di sconvolgimento totale è diventata la mia vita in Messico, la mia quotidianità in condizioni alle quali a casa non mi abituerei mai ma che in quei giorni erano diventate con naturalezza “normali”.
Anche quest’anno, seguendo l’insegnamento di Suor Leonor e del VIDES, di continuare nella direzione tracciata dai volontari che mi hanno preceduta ho cercato, grazie all’aiuto di Beatrice che era già là al nostro arrivo, di proseguire il percorso che le ragazze avevano intrapreso con i bimbi per non alterare i loro equilibri e quelle che erano ormai diventate le loro abitudini.
Non è una cosa semplice, non conosci nessuno e ti ritrovi a confrontarti con tante idee, età e vite diverse ma il compromesso se lo cerchi si trova, soprattutto se ti fermi e rifletti che quello che sembra giusto a te non è il “giusto” in assoluto, quello che fa divertire te non sempre diverte tutti, quello che piace a te può non piacere, e allora impari che quello che ti piace lo si può modificare un po’ nella direzione che piace ad altri ed altri ancora e incredibilmente scopri che così è più bello anche per te.
In questo modo non è vero che si rinuncia alle proprie idee ma si crea qualcosa di nuovo, è come se le parti di tanti, senza mai invadersi e senza perdere la propria diversità, ad un certo punto si fondino in una cosa unica di tanti colori che non si ferma mai e prosegue crescendo ed adattandosi nel tempo sia con l’arrivo di nuovi volontari con le loro idee e culture diverse sia, lo spero, nella gente del posto.

Con i bimbi dopo un po’ di diffidenza iniziale si crea sempre una grande sintonia al di là dei problemi dettati dalla lingua. La mia opinione, dico quello che è stato per me, è che vivi appieno i tuoi giorni con loro nel momento in cui ti spogli del tutto dell’idea di “salvare il mondo” e stai là per giocare, per ridere, per cucinare, per correre, per vivere un pezzo di te insieme a loro, senza che qualcuno, neanche tu stesso, debba per forza aspettarsi che tu faccia qualcosa di straordinario.
Sto imparando che i bimbi sono come dei maghi capiscono quando sei te stesso, quando abbandoni la paura di non essere all’altezza e torni alla tua spontaneità, in quel momento stanno bene con te.

Con i bimbi ed i ragazzi abbiamo fatto braccialetti, giocato, tentato di insegnargli qualche parola in inglese o quant’è grande il mondo al di fuori del loro paese. Alla fine hanno insegnato loro a noi come si gioca e ci si diverte con il niente, come una foglia diventa ombrello, come si cade e ci si rialza senza piangere, come si mangiano frutti e dolci dall’aspetto improbabile e mais in tutte le forme, come si può vivere felici a Ocotepec.

La gente più adulta mi ha toccato il cuore per la sua generosità e un grandissimo senso di ospitalità, anche uscendo a Tuxtla, nel lunghissimo tragitto in autobus dal Chiapas a Mexico, momenti in cui ero sola e incapace di costruire una frase in spagnolo, con un vocabolario fatto di poche parole e tanti gesti, mi sono sempre sentita serena come se fossi nel mio Paese.

A Ocotepec e nelle piccole comunità arroccate sulla montagna ho sentito forte la presenza della povertà non intesa come mancanza di denaro ma come mancanza di sogni, di speranza, di una visione bella della vita. E vedere questo nei giovani è una cosa atroce, che mi ha lasciato una tristezza interiore attenuata solo dal sorriso spensierato dei bimbi. E’ in questi momenti che riprendi a farti tante domande, che ti chiedi cosa è giusto fare, cosa è giusto che tu faccia.

Ogni giorno a Ocotepec è stato duro e vissuto davvero in ogni momento, con un’intensità di cose da fare, da imparare, da superare o da provare a fare, di rapporti umani da costruire, di cose da scoprire, di posti da visitare. Tutte cose che nella mia quotidiana vita frenetica mi mancano moltissimo, faccio milioni di cose al giorno ma nessuna ha il valore e la bellezza delle cose “normali” di Ocopetec.

E ora mi ritrovo a pensare con nostalgia e con grandissima gioia allo stesso momento alle giornate di Suor Hilda quando piccola piccola percorre chilometri nei boschi per raggiungere tutte le comunità, noi la seguivamo distrutte e lei, che magari ci precedeva, si girava per accertarsi che fossimo là sempre con un sorriso che non ti spiegavi, a quando, pure se stanca, allungava il suo cammino per farci scoprire una cascata o farci sentire il rumore degli alberi, il canto degli uccelli e vedere i colori delle farfalle; a Suor Gaby, Suor Lupita e le altre suore che nell’umidissima Tuxtla hanno accolto me e Johanna ogni volta che ci presentavamo alla loro porta, aprendoci la loro Casa; alle suore di Mexico con la loro umanità immensa, con mille cose da fare in una città incredibilmente grande ma con il pensiero degli altri sempre prima di tutto.
Mi capita di sentire ancora vivo l’odore della loro Casa, il calore della cena in loro compagnia, il loro entusiasmo nel raccontarti il Messico, e mi mancano tantissimo.
Mi mancano le passeggiate con Suor Coti, la dolcezza dei racconti di Suor Lilia, la forza di Suor Ale e Suor Margarita che senza parlare sembrava mi avesse sempre conosciuta. A lei ho fatto una promessa che rispetterò. Di tutte mi manca la loro incredibile e contagiosa voglia di vita.

volontari27