Risonanze da Stelzer Paolo – BRASILE

paolo

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14/05/06

Ciao a tutta la famiglia del VIDES…
Come va? qui la vita scorre e scorre sempre velocemente.
Le cose da fare sono molte, le attività iniziate anche, le emergenze e la quotidianità non si fermano. Devo dire di essere proprio soddisfatto.
Dopo alcuni mesi di lavoro si stanno vedendo dei miglioramenti, dei cambiamenti.
Noi volontari, siamo in otto contando i tedeschi, abbiamo iniziato a portare avanti delle attività, coprire bisogni, proporre idee e dare energie!
Ed il riflesso é molto positivo.
I ragazzi sono molto più calmi, più impegnati e stimolati, e litigi sono diminuiti, le proteste anche, ed il clima che si é instaurato é un buon clima educativo.
Attraverso il lavoro e le nuove proposte ci stiamo creando le armi per educare, il dare e il ricevere, lo scambio, la disponibilità, la riflessione sulle cose.
Per esempio in queste settimane é stata attivata una officina di artigianato con l’acciaio finanziata da amici e parenti che hanno voluto aiutare, e una officina di fotografia molto interessante e stimolante proposta da due amici italiani di Chiara, una di noi volontari. Conseguenza, in questi giorni il Petrape é pieno di ragazzi provetti fotografi e artigiani che producono e mostrano lavori veramente belli ed originali… e i sorrisi qui non si sprecano!
Ancora due mesi e questa mia prima esperienza é gia finita!!!
Ma spero avrà una continuazione.
Ciao a tutti.

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01/12/05

…Oggi ho accompagnato Simone all’aeroporto e chissà come mai la mia testa é arrivata fino in Italia… e per la precisione fino a Roma, al VIDES! È molto che non mi faccio sentire! Devo dire che la mia vita qui, il mio lavoro stanno andando proprio bene…
Passato il primo mese di osservazione, di vedere dove sono arrivato e capire un pò che cosa c’é da fare ho iniziato a muovermi.
Ora sono un educatore al Petrape a tutti gli effetti.
Regole, orari e mansioni acquisiti, si cerca di lavorare nel migliore dei modi.
Certo che il mio progetto qui non é sempre facile… io sono stato affiancato all’equipe del Petrape e come tale mi occupo della quotidianità del centro… comportamenti, orari, scuola e giù di lì. Diciamo che a volte é un lavoro un po’ spiacevole.
Non é facile lavorare con bambini di strada attraverso il rispetto delle regole, che sono devo dire anche abbastanza severe.
È cosa comune ricevere parolacce e ogni tanto arriva anche qualche sassata o sputo.
A volte vorrei essere un semplice volontario e proporre solo attività di gioco o sport, per poi non preoccuparmi se fanno il bagno o arrivino puntuali a cena!
I bambini qui non sono abituati a rispettare gli schemi prestabiliti di una istituzione, cosa che ora, con la presenza di molti volontari in progetto con il servizio civile, si sta cercando di fare… purtroppo non é possibile non segnalare che molti funzionari qui non svolgono bene il loro lavoro e spesso solo per mancanza di voglia o per non ricevere un insulto lasciano i bambini al loro destino.
La conclusione é che questi ragazzi non vengono educati e chi cerca di farlo, come noi volontari e pochi altri funzionari, passa per il cattivo di turno ricevendo quelle spiacevoli attenzioni di cui parlavo prima…
Messo da parte questo tipo di stress e tralasciando una mal organizzazione generale del centro, si cerca di fare il meglio possibile.
Una cosa molto positiva é che piano piano attraverso il buon esempio e pressioni varie le cose stanno cambiando.
Proprio in questi giorni noi volontari stiamo pensando a delle migliorie da proporre nella riunione generale di inizio anno che si avrà fra quindici giorni… il buon senso e alcune esperienze passate in altri centri hanno fatto uscire delle cose molto interessanti che potrebbero dare dei benefici efficaci e duraturi nel tempo, anche quando la presenza di stranieri non sarà tanto forte! Speriamo!
Il bene di questi ragazzi prima di tutto! Questa cosa non me la levo dalla mente. Sicuramente meritano molto di più di quello che stanno ricevendo.
Per il resto diciamo che la mia patente internazionale e anche quella di Simone, che Nicola ci ha chiesto di fare, é molto utilizzata. Diciamo che la mia é sciupata dal tanto che é stata usata… oltre alle varie occasioni di usare la macchina per il Centro, spesso ci capita di fare da motorista a suor Dourado, la fondadora del centro.
La accompagniamo di qua e di la nelle sue mille cose da fare!
Sicuramente al Petrape la nostra presenza é gradita e serve molto. È bello sentirsi utile!
Ciao e tanti saluti a tutti in particolare a suor Maria Grazia…

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7/11/05

Eccomi come previsto e preannunciato a mandarti il punto della situazione.
Io e Simone abbiamo iniziato il lavoro a pieno ritmo, orari e mansioni stabilite.
Ringrazio di questa possibilità di lavorare in un ambiente strutturato dove molte cose sono chiare ed esplicite, cosa che non penso tutti gli altri volontari nei progetti in giro per il mondo possano trovare.
Io sono stato inserito come funzionario-educatore al Petrape (pequeños trabalhadores Petrolina), il centro che accoglie i ragazzi, maschi, dai undici ai diciotto anni che si trovano in situazione di difficoltà. Esistono anche altri due centri (case Lar) per i più piccoli ancora, che io visito solo alcune volte.
Mi trovo quindi a lavorare con delle persone molto problematiche, che non hanno una famiglia alle spalle, abituati ad una situazione di sopravvivenza, furbi ma poco intelligenti, profondamente demotivati, ma con un bisogno enorme di attenzione ed affetto.
Stare nel centro, con turni di dodici ore é una cosa molto faticosa.
Mano a mano che passano i giorni riesco sempre meglio a definire lo svolgimento della routine quotidiana, gli orari delle attività ed io cerco di inserirmici nel modo migliore.
La prima grande difficoltà e quella di riconoscere e ricordare il nome di tutti! Ma questo piano piano sta succedendo. Il resto viene da se… disponibilità, ascolto, attenzione.
Qui succede un pò di tutto sia tra di loro che tra loro e gli educatori.
Naturalmente il mio ruolo é anche quello di far rispettare le regole, sgridare e riprendere, e questo mi porta spesso a ritrovarmi in una situazione un pò infelice, ma vedo come comunque queste persone abbiano bisogno di limiti, di un freno e se da una parte ti insultano, ti allontanano come persona “cattiva”, dall’altra riconoscono una coerenza in quello che dici e fai e ti sono riconoscenti.
Naturalmente non si possono contare gli abbracci, le strette di mano, i tipici saluti con il pollice alzato, le ammucchiate tutti uno vicino all’altro davanti alla televisione, i sorrisi…
A volte mi viene di comparare le mie esperienze di lavoro come educatore in Italia con la situazione che ritrovo qui.
Mi arrabbio, mi sembra che manchi tutto, che non ci sia materiale, che non ci sia possibilità di lavorare, che il personale non faccia sempre quello che dovrebbe fare, che molte cose siano sbagliate.
E poi mi guardo in giro. Sono in Brasile.
Quello che io ho vissuto molto spesso qui non é applicabile.
Mi rendo conto che la stessa parola educazione qui trova un significato differente, mi rendo conto che i mezzi qui sono altri ed anche gli stessi obiettivi.
Non é facile rapportarsi con persone che non hanno niente, a volte nemmeno affetto, con persone che distruggono e rompono senza problemi tutto quello che hanno attorno, relazioni comprese, che sono tranquillamente capaci di rinunciare a tutto.
Persone sole e povere, fino in fondo. Non si può mai dare niente per scontato.
Magari un giorno va bene e per tutta una settimana no!, magari un giorno una persona ti cerca e pensi di essere utile ed importante per lei e poi per tutta una settimana, per motivi a te sconosciuti, non é così.
Persone che guardandoti negli occhi distruggono un cartellone o un lavoro che hanno appena fatto, persone che potrebbero spaccare la sedia sulla quale si siedono e poi sedersi in terra senza lamentarsi e senza pensare che con la sedia era più comodo.
E gli educatori, i volontari ad inserirsi e mischiarsi in questo ambiente fatto di piccole cose, passi avanti e passi indietro, momenti belli e momenti brutti, senza mai un’ora passata senza problemi. A ver.

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Ciao,
sono Paolo Stelzer del Trentino. volevo avvisare che finalmente, domani, inizierà la mia avventura con Simone in terra brasiliana.
Lei non sa quanto sia emozionato e felice all’idea.
Le farò avere presto notizie sulle esperienze ed impressioni che vivrò.
Distinti saluti.