Servizio Civile – Testimonianze da Salvatore Tuccio “Primo volo”

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06/10/06

Dal 2 al 14 ottobre, presso il centro PETRAPE in Petrolina (Brasile), è in corso il progetto CriArte, che, attraverso le arti promuove azioni socio-educative per il recupero del senso di cittadinanza attiva dei bambini del PETRAPE.

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IIª settimana dal 28 novembre al 4 dicembre 2005

Lunedì inizio il mio lavoro seriamente, informatica e chitarra con lezioni ferree. La mattina alle 7.30 vado a scuola con i ragazzi più piccoli e giro nelle aule per aiutarli e recuperarli quando scappano nel cortile e nei corridoi. Rimango a scuola fino alle 9.30 nei giorni che ho informatica, e fino alle 11.45 quando non ho lezioni. Poche sono le bambine che frequentano la scuola, e non do tanto torto ai genitori, manco io manderei in quella scuola una figlia. Nei film girati nelle scuole del Bronx é nulla per quello che succede qui. Si tirano la prima cosa che si trovano fra le mani, si prendono a calci, parolacce, e a quanto pare le maestre temono i bambini. Insomma, ognuno fa quello che vuole.
Martedì, giornata molto agitata, va in giro una voce che due ragazzini di 12-13 anni sono stati scoperti in intimità nella notte in bagno. Uno dei due si innervosisce e inizia a dare calci, pugni e tirare oggetti a tutti. Chiara cerca di calmarlo e se lo porta nel suo ufficio, in un momento di distrazione, il bambino, gli ruba tutti i soldi dal portafoglio, appena se ne é accorta gli è corsa dietro e quasi si rifiutava di restituirglieli.
Tutti i giorni dalle 14 alle 15.30 vado a LAR1 con Henrique per dare rinforzo scolastico. Mentre il rinforzo per i più grandi si fa dalle 8.15 alle 9.30… tre puntini per lasciarvi nell’immaginazione!
Finalmente il giovedì sera ho visitato per la prima volta la Orla, il lungo fiume della città dove sono siti bar e barretti. La città si affaccia sul rio São Francisco, il fiume separa lo stato del Pernambuco con quello di Bahia, dall’altra sponda la città di Juazeiro (bahia). Ci siamo seduti in un bar dove tutti i giovedì, Nicola, il responsabile dei volontari, suona e canta; il sonno mi stava divorando ma sono riuscito, rimbambito com’ero a resistere fino all’una.
Il venerdì sera sono uscito con Rosana, educatrice nel Petrape, l’ho accompagnata in una festa di promozione scolastica dove lei é insegnante di educazione fisica. A quanto ho capito, qui le scuole chiudono a dicembre. Più di trenta i bambini che festeggiavano, in una grande sala di lusso, le bambine vestite con un abito rosa tutto veli, mentre i maschietti vestiti da principi. L’età 7 anni. In quella sala ho visto l’altra faccia della città, eleganza e ricchezza, cosa che nel quotidiano qui non esiste. Un’enorme differenza dalla scuola dove vanno i ragazzi del Petrape. Dopo questa noiosa festa, dove rimasi per più di due ore seduto in un tavolo con gente che non conoscevo e nel mio mutismo totale, finalmente ci incamminiamo verso un concerto di forró, tipico ballo del Brasile. La ci siamo uniti con altri volontari e personale del Petrape. Lo show é iniziato alle 2 ed é finito alle 4. I primi raggi del sole, qui nel Brasile iniziano a vedersi alle 4.30.
Siamo arrivati a casa che erano le 5.00, il tempo di buttarsi nel letto e suona la sveglia, alle 8.00 abbiamo un incontro di volley volontari contro Petrape. La partita viene vinta dai ragazzi 3 a 2. Il sabato é la giornata della pulizia generale della casa volontari, uff!!! La sera ho portato in piazza Josep, dovevo incontrare un’amica e ne ho anche approfittato per fare uscire il ragazzino. Alle 21.30 l’ho riaccompagnato al Petrape. Stanchezza e sonno mi indirizzavano al letto, in casa non c’era nessuno, ma bussò alla porta Juliane, la volontaria tedesca e mi convinse ad uscire per andare alla Orla.
La domenica sono uscito con i colleghi, siamo passati dalla fiera e poi nel centro commerciale. La sera abbiamo portato alcuni ragazzi del Petrape a messa, qui la funzione dura 2 ore, già penso a quanto potrà durare quella di Pasqua con tutte quelle omelie.

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Iª settimana dal 21 al 27 novembre 2005

primovolo_da_salvatore2Finalmente riesco a scambiare gli euro in Real (moneta locale) e la prima cosa che faccio é quella di andare in un internet-point e comunicare in Italia che sono arrivato, che sto bene e sono contento di trovarmi qui.
Fa molto caldo e la notte non riesco a dormire, alle 5 sono già sveglio e sudato. Nel Petrape tutto procede a meraviglia, dalla prossima settimana inizierò a dare lezioni di informatica, di chitarra, sostegno scolastico e aiuto Karol (maestra di danza) nelle coreografie, in questi giorni monteremo una tarantella siciliana. Una di queste sere due bambini mi supplicarono perché li portassi un po’ fuori a fare una passeggiata. Non conoscendo la città ed essendo responsabile di loro li ho portati al LAR2 a salutare i più piccoli. Uno dei due, Josep, 11 anni, mi ha chiesto se volevo essere suo padre, non ha mai conosciuto i suoi genitori, é stato abbandonato subito dopo la nascita e desidera tanto che io sia quel padre mai avuto; anche Serginho, 11 anni, minuto, scugnizzo, non ha avuto un padre, solo una madre che cambia sempre padrinhos e vuole essere adottato da me. Purtroppo per il momento non riesco a capire parola per parola di tutto ciò che mi raccontano, però riesco a percepire tutto ciò che vogliono dirmi, anche con una comunicazione non verbale.
Ho comprato una scheda telefonica per il cellulare.
Finalmente il venerdì cielo coperto e inizia a piovere, le strade si trasformano in piccoli torrenti e le ranocchie saltano ovunque, non avevo mai visto un rospo di circa 1,5kg, impressionante!!! Questa mattina ho accompagnato i ragazzi a scuola, le aule sono in condizioni pietose, sporche e di scarsa igiene. Serginho si é tagliato un dito con il coltellino per temperare la matita, nella scuola non esiste una cassetta di pronto soccorso, né un disinfettante, né un cerottino. Quindi corriamo sotto la pioggia verso il Petrape ma l’infermeria é ancora chiusa, nessuno ha le chiavi e non si sa quando arriva l’infermiera; a questo punto corriamo verso la casa dei volontari e così sono riuscito a medicare la ferita e a tamponargli il sangue che continuava ad uscire.
L’aria si é rinfrescata un po’, peccato che é durato solo un giorno.
Il sabato ritorna nuovamente il caldo di tutti i giorni, sono entrato in cucina del Petrape e dentro una grandissima pentola bolliva qualcosa con un odore strano, l’infermiera stava preparando un decotto di erbe, sarà lo sciroppo per l’influenza. Se funziona sarà sicuramente migliore delle nostre aspirine.
La domenica l’ho trascorsa tranquillamente a casa del mio amico Ireneu, di Petrolina, che é stato molto gentile ad prestarmi il suo computer per la realizzazione di questa pagina. Appena sará possibile inizieró ad inserire qualche foto.

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20/11/05

Ne approfitto della domenica per sistemare la stanza e i vestiti della valigia.
La mia stanza é piccolina, si entra dalla cucina e la finestra dà sullo spiazzale interno della casa. Dormo in un letto a castello nella parte sopra e sotto ci dorme Eric, il volontario americano di Indianapolis che sta per entrare al seminario dei luterani. Tutta la giornata l’ho trascorsa al Petrape giocando e comunicando con i ragazzi.

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19/11/05

primovolo_da_salvatoreE’ poco più dell’una di notte, atterriamo a Petrolina e ad accoglierci con musica di chitarra e bongo Nicola (responsabile del Petrape) con tutti i volontari: Paolo e Simone, servizio civile; Claudio, Veronica e Riccarda, tirocinanti universitari; Eric, volontario americano; Celso e Ronaldo, ex ragazzi del Petrape. Con una multipla ci dirigiamo verso la casa dei volontari… ‘’ammazza che caldo’’!!!
La notte non ho potuto chiudere occhio, troppo caldo, ci alziamo tutti presto e Simone ci accompagna a conoscere il Petrape. I ragazzi sono molto contenti nel vederci e di trovarsi con tanti volontari tutti disponibili per loro, qualcuno in cui possono dialogare e volere bene.
Dopo qualche oretta ci chiama Irma Dourado (84 anni), la suora fondatrice del Petrape, ci tiene in comunicazione per più di due ore. Da là siamo passati a visitare i LAR, i bambini ci hanno assaltato, tutti che volevano salire in braccio, ti tiravano per i pantaloni, per le mani, ci accompagnavano a mostrarci la casa, i loro letti, i loro quaderni e tutto ciò che appartiene loro.
Sono tutti bambini e ragazzi affettuosi, nei loro occhi si legge la sofferenza del passato, la tristezza, l’amore mai avuto, una figura familiare, e così si legano a noi volontari che diamo tutta l’anima e cuore per loro. Il mio nome l’hanno imparato subito e lo trovano molto divertente, mi chiamano Salvador, come la capitale del Bahia. Con il tempo sto imparando anche io i loro nomi, quelli comuni, uguali o simili a quelli italiani li ho imparato subito, ma alcuni nomi sono talmente strani e difficili da pronunciare che ci metterò più tempo.
Rimango con loro fino a tarda sera sforzandomi di parlare e di capire, in ogni modo riusciamo a comunicare, a raccontarci un po’ di cose e soprattutto a giocare a UNO (gioco di carte italiano). Nella notte in casa si é tenuta una festa di addio per Riccarda che giovedì intraprende il ritorno per l’Italia.

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18/11/05

Sveglia all’alba, da oggi inizia il grande viaggio. Treno per Malpensa e alle 10:00 si vola per Lisbona, 4 ore di sosta in Portogallo e si riparte per il Brasile. Arriviamo a Recife (io e le altre due volontarie Chiara e Jessica) verso le 22:00 (ora locale) e a mezzanotte ripartiamo per Petrolina.

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17/11/05

Eccomi pronto per prendere l’autobus da Palermo per andare all’aeroporto di Punta Raisi. Alla stazione mi incontro con Tiziana, mia amica d’infanzia che va in cerca di fortuna a Bergamo, e ci dirigiamo per l’aeroporto. Il volo per BG che doveva essere alle 13:25 parte con un’ora di ritardo. Dal caldo della Sicilia ci troviamo al freddo della Lombardia, Bergamo é una graziosa città medioevale che vale la pena visitare. La sera si organizza un Linosa-party con ragazzi dell’isola e lombardi abituali vacanzieri di Linosa. La notte, invece la trascorro a Milano a casa di amici.