Da Elisa Crestani in Mato Grosso

02/10/07
La mia esperienza come volontaria VIDES in Mato Grosso è stata certamente un’opportunità per vivere emozioni e conoscere contesti, un’occasione per apprendere e contribuire alla mia formazione.
Arrivata a Cuiabà, assieme a Lorenzo e Matteo, siamo stati accolti da Suor Ada che io avevo già conosciuto in Italia.
Prima di partire per il nostro viaggio io, Matteo e Lorenzo ci eravamo preparati pensando che avremo vissuto l’intera esperienza assieme e che saremo rimasti per tutto il tempo nelle tribù indios. Al nostro arrivo, però, il programma si è diramato in due progetti differenti. Lorenzo e Matteo avrebbero svolto il periodo di volontariato per quindici giorni in una città al nord del Mato Grosso, mentre io avrei vissuto la mia esperienza come volontaria in una cittadina al sud di Cuiabà, chiamata Poxorèu. Si tratta di una città molto piccola e nata da non molti anni, con molti problemi di alcool e prostituzione, dove la cultura ha origini dai “garimpeiros” ovvero dai cercatori di diamanti che spesso basano la loro vita sulla provvidenza di trovare una pietra preziosa. Inizialmente l’idea di vivere da sola l’esperienza mi aveva disarmata un po’, ritenevo, infatti, che se fossi stata con altri volontari avrei potuto svolgere dei progetti più complessi e arricchire la mia esperienza con più attività. Ma allo stesso tempo ho creduto che un’esperienza vissuta completamente nel contesto brasiliano mi avrebbe permesso un’immersione maggiore nella cultura del posto e certamente mi ha aiutata in un miglior apprendimento della lingua portoghese.
Quando ripenso alla mia esperienza con il Vides in Mato Grosso mi ritornano in mente gli sguardi delle persone che ho incontrato, il fascino di una cultura e di un contesto differenti da quello italiano. A Poxorèu mi sono occupata principalmente delle adozioni a distanza andando nelle scuole o nelle case per scattare foto ai bambini in adozione. Nel pomeriggio, invece, mi occupavo spesso dell’alfabetizzazione di un bambino di sette anni molto irrequieto che quotidianamente aveva comportamenti violenti e iperattivi. A Poxorèu le suore mi hanno resa partecipe di ogni loro attività per il sociale e questo mi ha permesso di entrare in relazione con i problemi della popolazione locale e con le testimonianze di madri e famiglie disagiate. Grazie alle suore del posto ho potuto, infatti, partecipare agli incontri con le famiglie che ricevevano l’adozione a distanza, ai progetti educativi svolti all’interno delle scuola (come i corsi di fanfara, di danza, di teatro, di karate), alla scuola di cucito per ragazze giovani e adulte, ai momenti di incontro e preghiera in comune con bambini e adulti e, infine, ho partecipato anche ad un incontro con un’associazione di alcolisti anonimi. Spesso mi veniva chiesto di parlare pubblicamente della mia esperienza come volontaria, di sensibilizzare gli adolescenti al volontariato o più semplicemente di presentarmi alle persone del posto parlando del motivo della mia presenza a Poxorèu. Ognuna di queste attività sono state per me un’occasione di formazione personale e di conoscenza, di relazione e dialogo con le persone, di scambio interculturale. Attraverso questi incontri ho potuto conoscere il modo in cui la comunità di suore sosteneva le persone in disagio e riscoprivo un tipo di fede nel popolo che qui, in Italia, sembra ormai sostituita da un individualismo della singola persona nella gestione della propria vita che spesso minimizza l’intervento di Dio. La spiritualità radicata che ho incontrato tra la popolazione di Poxorèu è stata una delle cose di cui ho sentito più nostalgia in Italia.
Quello che porto a casa di questa esperienza di volontariato sono molte emozioni e soprattutto molte riflessioni. E’ difficile descrivere la sensazione di accoglienza che donano gli abbracci e i “bemvinda” brasiliani o la curiosità e interesse con cui mi riempivano di domande i bambini della scuola e della strada. L’emozione con cui le suore missionarie esprimono le loro esperienze con gli indios, il loro impegno per il prossimo, la loro motivazione e forza spesso mi hanno commossa riempiendomi di immensa ammirazione verso la loro scelta di vita.
L’esperienza offerta dal Vides, però, mi ha anche permesso di riflettere molto sul mio ruolo di volontaria. A Poxorèu ho avuto, infatti, l’opportunità di entrare in relazione anche con altre associazioni e persone italiane che lavoravano nel sociale con una convinzione e motivazione tale da diventare quasi travolgenti. Mi sono ritrovata così a confrontare varie forme di aiuto sociale, svolto più o meno con gli stessi obiettivi ma con modalità diverse e purtroppo senza creare rete tra i gruppi di volontariato. Sia a Poxorèu che in Italia mi sono ritrovata a riflettere molto sui vari modi di “aiutare”: c’è chi si concentra sul miglioramento di una comunità modificando l’aspetto politico, economico, sociale e culturale…ci sono forme di volontariato che creano formazione, educazione, che costruiscono strutture, altre che ricadono in forme di assistenzialismo che creano dipendenza e soffocano le forze di risollevamento autonomo, alle dinamiche interne che a volte perdono di vista gli obiettivi originari, ai muri che a volte si creano tra “i buoni” che aiutano e il “povero”che subisce le decisioni di altri, al protagonismo locale nella costruzione delle dinamiche sociali e culturali, alle influenze, ai poteri economici e sociali. Ho pensato molto e spesso a tutte queste questioni, sentendomi un po’ avvolta da crisi formative nel momento in cui mi chiedevo quale fosse il mio modo di fare volontariato e soprattutto se il mio modo era ciò che la popolazione chiedeva e sentiva necessario e rispettoso. Per concludere, l’esperienza svolta con il Vides ha creato dentro di me molte questioni e contraddizioni interne, riflessioni interiori di riconsiderazione delle ideologie sulle modalità di svolgere il volontariato. Ognuna di queste considerazioni è avvolta dalla convinzione che un periodo così breve in una cittadina e tra le associazioni non può essere abbastanza per trarre conclusioni affrettate…ma anche questo aspetto ha contribuito alla mia formazione personale.
L’attività svolta nell’ambito delle adozioni a distanza non si è limitata soltanto a Poxorèu ma anche all’interno della comunità degli Indios Humutina, un’occasione meravigliosa di vedere un popolo così affascinante per la sua etnia e storia.
Per me è importante ringraziare il Vides per avermi dato l’opportunità di svolgere questa esperienza. Le suore mi hanno permessa di conoscere i vari aspetti del Brasile, dalla riserva naturale alla zona montuosa, dalle tribù indios alla cittadina di bambini che giocano e corrono incontro alle persone abbracciandole.
Ricordo il profumo di certe zone tra gli alberi verdi, la sensazione sulla pelle di quella terra rossa e fine sempre presente una volta usciti di casa, un cielo strabordante di stelle e ricchissimo rispetto a quello italiano, lo sguardo fiero di alcuni indios, gli occhi attenti di alcuni coccodrilli, l’accoglienza delle persone, qualche accordo di chitarra brasiliana e i ritmi lenti delle azioni che forse lasciano lo spazio per ascoltare e soffermarsi maggiormente sui piccoli particolari. Con le suore mi sono sentita sempre accolta con affetto come all’interno di una famiglia che ascolta e si preoccupa di proteggere.
La mia esperienza di volontariato si è conclusa ritornando a Cuiabà dove ho potuto confrontare la mia esperienza a Poxorèu con quella di Matteo e Lorenzo in Alta Floresta. Le nostre esperienze sono state condivise, nell’ultimo giorno,anche con gli altri volontari presenti a Cuiabà e forse è stato un primo tassello per costruire un gruppo Vides anche a in questa città…e se fosse davvero così noi ne saremmo certamente felici e un po’ anche orgogliosi.
Riadattarmi al rientro in Italia è stato certamente più difficile che adattarmi inizialmente al contesto brasiliano ma ora, ad un po’ di tempo di distanza, sento che quella del Mato Grosso è stata un’esperienza che mi ha arricchita nella mia formazione e che forse mi permetterà di trovare dei modi per continuare il mio volontariato matogrossese anche attraverso azioni italiane.