Il VIDES Internazionale, riunito in Assemblea Generale, il giorno 11 ottobre 2015 ha votato all’unanimità la nomina a Patrona del VIDES Internazionale di Suor Maria Romero Meneses. Vi invitiamo a conoscerne la vita e le opere!
Beata Maria Romero Meneses
Si celebra il 7 Luglio
Granada di Nicaragua, 13 gennaio 1902 – 7 luglio 1977
Suora dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Un’anima vulcanica, suor Maria Romero. Non era forse nata in Nicaragua, la terra dei quaranta vulcani? Non è un gioco di parole. È la realtà di una donna nata in una famiglia benestante e affermata (suo padre fu anche ministro delle finanze) che si è donata interamente ai più poveri fra i poveri. Con fiducia totale nella Provvidenza. Cresciuta in una famiglia cristiana, fin dall’infanzia si sentì apostola fra i coetanei. Ma sarà nel Costarica che Maria scoprirà – in modo decisivo, sconvolgente – la vera condizione dei poveri. Decidendo di dedicarsi a loro. Senza riserve. E dalla sua iniziativa nasceranno le misioneritas: altro che filantropia e pacchi dono, ma servizio ai poveri nei loro quartieri, nelle loro misere case. E sorgeranno gli oratori, a decine; e la Casita de la Virgen, sempre aperta alle necessità materiali e spirituali dei derelitti, e l’Opera sociale Maria Ausiliatrice, e la «cittadella», e la Asociación Ayuda Necesitados…
Maria Romero morì il 7 luglio 1977. Non solo opere: le cronache della sua vita narrano anche di preghiera, obbedienza, prodigi (come l’acqua della Madonna, un’anfora piena d’acqua con dentro un bel po’ di medagliette di Maria; i suoi poveri mica potevano volare a Lourdes!). E un amore forte per Gesù Eucaristia.
(Martirologio Romano: A León in Nicaragua, beata Maria Romero Meneses, vergine dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che nei territori della Costarica si adoperò con bontà per l’istruzione delle giovani donne, specialmente povere ed abbandonate, e diffuse con zelo la pietà verso l’Eucaristia e la Beata Vergine Maria).
La vita e le opere
Maria Romero Meneses nasce a Granada di Nicaragua il 13 gennaio 1902 da famiglia borghese molto agiata ma altrettanto sensibile alle necessità degli indigenti, ai quali presta regolarmente soccorso con generosità.
Iniziata in famiglia agli studi artistici, rivela un vero talento per la musica e la pittura. A dodici anni nel collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice, giunte da poco nel suo Paese, impara a conoscere Don Bosco: la figura del grande apostolo della gioventù le appare subito congeniale, quasi come l’incarnazione degli ideali che vibrano nel suo spirito, dapprima in modo generico e vago, poi sempre più chiaro ed entusiasmante.
La sua scelta è fatta: nel 1923 è Figlia di Maria Ausiliatrice e nel nome di questa sua Madre e «sua Regina» – come ama invocarla – svolge una instancabile attività apostolica dando vita a grandiose opere sociali, specialmente in Costa Rica dove è inviata nel 1931.
Con viva sensibilità evangelica ed ecclesiale conquista alla sua ansia apostolica le giovani allieve, che diventano «missionarie» (misioneritas, le chiama suor Maria) nei villaggi dei dintorni della Capitale, fra bimbi semiabbandonati e famiglie diseredate. Poi anche adulti, persone facoltose dell’imprenditoria e professionisti rinomati, sono conquistati dalla sua devozione mariana che ottiene grazie strepitose; e si sentono quindi impegnati a collaborare fattivamente alle iniziative assistenziali che suor Maria, sotto l’azione dello Spirito, va progettando continuamente con l’audacia della più autentica fede nella Provvidenza.
Per i suoi poveri suor Maria sogna sempre nuove soluzioni, sotto l’incalzare delle urgenze: ottiene dapprima visite mediche gratuite, grazie all’opera volontaria di medici specialisti, e con la collaborazione di industriali del luogo avvia corsi di preparazione professionale per ragazze e donne che avrebbero nella povertà una pessima consigliera. Di questo passo arriva in breve a dare vita ad un poliambulatorio, con varie specialità, per assicurare assistenza medico-farmaceutica alle molte persone e famiglie prive di ogni garanzia sociale. Accanto ad esso predispone attrezzature adeguate per l’accoglienza dei pazienti – talora intere famiglie – oltre a sale per la catechesi e l’alfabetizzazione durante l’anticamera; poi la cappella e un ridente giardino, e perfino la veranda con i canarini.
Per le famiglie senza tetto, spesso ridotte a una vita precaria sotto i ponti della periferia, fa costruire – sempre con il sostegno di una sorprendente Provvidenza – casette «vere», in cui nitore e proprietà, insieme con i colori di un piccolissimo giardino, hanno la funzione pedagogica di recuperare anime amareggiate, restituire dignità a vite abbrutite dall’abbandono, aprendo il cuore ad orizzonti di verità, di speranza e di nuova capacità di inserimento sociale. Sorgono così le ciudadelas de María Auxiliadora: un’opera che continua tuttora per l’interessamento dei suoi collaboratori attraverso l’Associazione laica di Asayne (Asociación Ayuda a los Necesitados).
In mezzo al susseguirsi di opere da organizzare, e di una peculiare sua attività di consigliera spirituale (ogni giorno ore e ore di impegnativi colloqui privati, le cosiddette consultas) trova spazi e momenti di ardenti elevazioni dello spirito e di una intensa vita mistica, che risulta essere la sorgente della forza interiore da cui il suo apostolato promana e riceve straordinaria efficacia.
Il suo ideale: amare profondamente Gesù, «suo Re» e diffonderne la devozione accanto a quella della sua divina Madre. Sua intima gioia è la possibilità di accostare alla verità evangelica i bambini, i poveri, i sofferenti e gli emarginati. La più ambita ricompensa ai suoi sacrifici è il vedere rifiorire in una vita «perduta» la pace e la fede.
Fattasi, come l’Apostolo, «tutta a tutti» e dimentica di sé per conquistare sempre nuovi amici al suo Gesù, si spende fino all’ultimo dei suoi giorni: il primo in cui si è decisa a prendersi un po’ di riposo. La attendeva il riposo eterno, con il «suo Re» e la «sua Regina». Era il 7 luglio 1977.
La fama della sua santità si esprime nel generale rimpianto dei suoi assistiti e dei suoi collaboratori; e per opera di questi, nel continuo fiorire delle opere da lei fondate.
Fonte: Santa Sede
Suor Maria Romero Meneses, Figlia di Maria Ausiliatrice, seppe riflettere il volto di Cristo che si fa riconoscere nella divisione del pane. Nata in Nicaragua, svolse la sua formazione alla vita religiosa a El Salvador e trascorse la maggior parte della sua vita in Costa Rica. Questi amati popoli del Centro America, uniti ora nel giubilo della sua beatificazione, potranno trovare nella nuova beata, che tanto li amò, abbondanti esempi e insegnamenti per rinnovare e rafforzare la loro vita cristiana, tanto radicata in queste terre.
Con amore appassionato per Dio e fiducia illimitata nell’ausilio della Vergine Maria, Suor Maria Romero è stata una religiosa esemplare, apostola e madre dei poveri per i quali, nessuno escluso, mostrava la sua preferenza. Che il suo ricordo sia una benedizione per tutti, e che le opere da lei fondate, tra cui la “Casa de la Virgen” a San José, continuino ad essere fedeli agli ideali che le hanno originate!
Dall’ Omelia del Santo Padre Giovanni Paolo II – Domenica, 14 aprile 2002