Il 5 dicembre si celebra la Giornata Internazionale del Volontariato, istituita dall’Assemblea delle Nazioni Unite nel 1985, per riconoscere e promuovere il lavoro dei volontari di tutto il mondo che, mossi dalla solidarietà – da soli o tramite comunità, organizzazioni, associazioni – sono impegnati nel far fronte alle sfide urgenti per lo sviluppo delle popolazioni e per il bene comune.
“Insieme, agiamo ora. Volontari per un domani migliore” è lo slogan per la Giornata 2022, con cui si incoraggia all’unità e all’azione, riconoscendo nel volontariato un ruolo decisivo nel prendersi cura delle fragilità della società, colpita da diverse crisi, per la costruzione di un futuro più equo e inclusivo per tutti.
L’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice promuove il volontariato giovanile in particolare attraverso le Associazioni VIDES (Volontariato Internazionale Donna Educazione Sviluppo), nata nel 1987, e la Fondazione Volontariato Giovani e Solidarietà Onlus (FVGS), che sulle orme del VIDES Internazionale sostiene le Missioni FMA nel mondo.
In 35 anni della sua esistenza, il VIDES non ha mai cessato di credere e di dare fiducia ai giovani, che sanno sempre trovare modalità inedite per dare risposte di solidarietà e portare fraternità nelle periferie.
Attualmente sono 26 i giovani che stanno facendo un’esperienza di volontariato nel mondo tramite Servizio Civile Universale della Fondazione FVGS – 4 in Costa Rica, 4 in Repubblica Dominicana, 3 in Brasile, 13 in Madagascar, 2 in Guinea Equatoriale – altri 5 si preparano a partire per Brasile, ed è in progetto di inviare 30 volontari in diversi Paesi nel 2023. Ci sono inoltre 4 volontari a Massa (toscana) e Bisceglie (Puglia), in Italia. Alcuni volontari VIDES, per tempo più breve, sono in partenza per India, Kenya, Centro America e per le Filippine.
Si tratta di nomi e volti concreti, semi di speranza e di futuro che ciascun giovane porta con sé, storie che vanno raccontate per generare nuova vita, come aveva augurato suor Runita Borja, Consigliera generale per la Pastorale Giovanile dell’Istituto FMA, all’inizio del 12° Convegno VIDES Internazionale tenutosi a Sassone, Roma, dal 1° al 5 luglio 2022 sul tema “Cultura della reciprocità: giovani protagonisti del cambiamento”: “Nel Convegno tenete nel cuore e nella mente quei volti, quelle storie, quegli incontri, i loro nomi, il loro grido, i loro sogni. Siate voi stessi la loro voce”.
“Per ricevere e donare la speranza” è il titolo del diario di Matteo, un volontario del SCU in Madagascar che scrive: “Stanno nascendo nuovi desideri e si intravedono nuove possibilità. Ma credo che abbiamo bisogno di trovare dei luoghi e delle persone che riempiono gli occhi e il cuore di speranza. E in questo momento la Provvidenza mi ha portato qui, dove imparo che, sotto sotto, siamo tutti simili, a prescindere dalla terra che abbiamo sotto i piedi o dal cielo sopra la testa. ‘Siamo sulla stessa barca’ dice Papa Francesco, siamo tutti fratelli, per cui questa esperienza di interculturalità che vivono i giovani volontari è un appello urgente per la pace. Il tempo è troppo breve, non c’è tempo per litigare per poco perché siamo fratelli”.
Giovani che non vogliono semplicemente “consumare un’esperienza”, ma viverla fino in fondo, come Anna, volontaria SCU in Madagascar, che intitola il suo diario “studia, taglia, incolla… ma rifletti soprattutto” perché, spiega, “queste sono le attività che accompagnano le mie giornate, tra taglio e cucito, lavoretti manuali, oratorio e lezioni di italiano, e fanno scorrere il tempo tanto veloce, troppo veloce, e le giornate piene si susseguono senza sosta, e a volte manca il tempo per pensare (…). E quindi ogni tanto mi fermo, osservo ciò che mi sta intorno e me stessa, perché voglio ricordarmelo tutto questo al mio rientro e per il resto della mia vita, perché voglio respirarla l’esperienza e non consumarla tra lavoro e ansia di non essere o non aver fatto abbastanza. Voglio considerarla come l’inizio di un percorso, e anche se non si è riusciti a darsi al 100%, ciò non significa che sia un esperienza persa e che non si possa continuare a cercare un modo per aprirsi sempre di più”.