Diritti umani

Quale futuro per le ragazze dopo la Pandemia?

Written by francesca

Il 7 dicembre 2022 a Roma, presso la sede dell’UISG (Unione Internazionale delle Superiori Generali) è stata presentata la ricerca realizzata da 4 Congregazioni religiose nei Paesi del Sud del mondo sul tema: “Quale futuro per le ragazze dopo la Pandemia?”.

A partire da marzo 2020, da quando nel mondo si è abbattuto il Covid-19, più di 111 milioni di studenti hanno abbandonato le scuole nei Paesi in via di sviluppo.

Gli effetti negativi della pandemia hanno colpito con diversa intensità le persone: le fasce sociali più deboli hanno pagato il conto più alto, così come i paesi più vulnerabili. Ecco che quattro congregazioni internazionali religiose femminili si sono poste un obiettivo, proprio durante questa situazione critica senza precedenti: proteggere i più i deboli, tutelarli e garantire i diritti soprattutto di donne, giovani e bambini.

Questa la missione quotidiana delle Suore del Buon Pastore, Suore Salesiane, Suore Comboniane e Suore di Nostra Signora delle Missioni, da sempre in prima linea nella promozione dei diritti umani nei paesi del Sud del mondo. Il frutto di questo impegno costante, continuato anche durante la pandemia, per ridurre l’impatto sociale e educativo in particolare sulle ragazze dai 10 ai 20 anni, è stato riportato nel report “How are the Girls? A study on the Rights of Girls in six countries during the Covid-19 Pandemic”.

Le quattro congregazioni, per un anno, hanno raccolto dati in sei paesi per studiare proprio gli effetti dell’impatto del Covid-19 sulle condizioni di vita e sul rispetto dei diritti delle ragazze di alcune comunità tra le più vulnerabili in Kenya, Sud Sudan, India, Nepal, Ecuador e Perù.

Anche prima della pandemia, l’integrazione sociale ed economica dei giovani nei paesi più fragili rappresentava una sfida continua. Oggi, sono ancora le ragazze a rischiare di subire irreversibilmente gli impatti più gravi dell’emergenza sanitaria. La chiusura delle scuole e il passaggio all’apprendimento online hanno aggravato le disuguaglianze tra i più privilegiati e i più vulnerabili. È stato stimato che le chiusure e le restrizioni abbiano costretto milioni di ragazze nei Paesi meno sviluppati a lasciare la scuola da marzo del 2020 e moltissime di loro non ne hanno mai fatto ritorno, esponendole al rischio di matrimoni precoci e di altre forme di violenza e sfruttamento.

I risultati che sono emersi dalla ricerca, coordinata da un team di ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma, guidato dal Prof. Maurizio Franzini, direttore della Scuola di Dottorato in Economia della Sapienza, e supportata dall’esperta di diritti delle ragazze, Mathilde Gutzenberger, saranno fondamentali per orientare i futuri programmi delle congregazioni religiose coinvolte, soprattutto nel campo dell’educazione e della protezione e promozione dei diritti delle bambine e ragazze.

Questo lavoro di ricerca è un primo importante passo verso la creazione di un osservatorio permanente e sistematico per monitorare la situazione delle fasce più vulnerabili e spesso marginalizzate della popolazione, come le ragazze, e per portare all’attenzione della società importanti questioni umanitarie. Obiettivo di questa iniziativa è infatti anche quello di sviluppare e rafforzare le azioni di advocacy congiunte tra le Congregazioni femminili nel campo dell’educazione e della protezione delle ragazze, al fine di aumentare la loro influenza sulle politiche pubbliche.

L’evento del 7 dicembre è stato organizzato da Good Shepherd International Foundation Onlus, Vides Internazionale ONG, Fondazione Comboniane nel Mondo e RNDM International Mission Development Office, con la collaborazione di UISG Unione Internazionale delle Superiori Generali. Quattro organizzazioni internazionali con sede a Roma che lavorano per supportare le missioni religiose in più di 80 paesi in tutto il mondo per promuovere lo sviluppo sociale e economico delle comunità più vulnerabili ed emarginate – attraverso la realizzazione di programmi di cooperazione e sviluppo comunitario e advocacy internazionale.

Presente virtualmente anche sr Alessandra Smerilli, FMA e responsabile del Dicastero Vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale che ha plauso alla ricerca come uno sforzo congiunto tra congregazioni molto significativo anche per il suo Dicastero. Non vi può essere programmazione e azione efficace senza una base di raccolta dati fatta in maniera sistematica e rigorosa. Sr Alessandra ha anche sottolineato come il lavoro in rete molto spesso fa accadere cose che altrimenti rimarrebbero qualcosa di astratto. Un simile lavoro è necessario non solo per capire cosa stia succedendo, ma anche per rendere visibile ciò che altrimenti rimarrebbe invisibile. Ha poi concluso sottolineando il supporto che il Dicastero intende dare alla diffusione della ricerca stessa.

I prossimi passi

A conclusione dell’evento, Elisabetta Murgia, membro del Team di coordinamento del progetto e Program Manager del VIDES Internazionale, ha sottolineato che fra i tanti bisogni emersi durante la fase di raccolta dati, due sono risultati particolarmente rilevanti e significative, ovvero la mancanza di accesso alla tecnologia e i problemi, sempre più diffusi, legati alla salute mentale. Per questo motivo, le quattro congregazioni hanno deciso di continuare a collaborare tra loro per dare risposte concrete alle ragazze attorno a queste due necessità emerse con forza all’indomani della Pandemia. Tra i prossimi passi che sono stati identificati negli stessi 6 Paesi ci sono: un nuovo studio qualitativo sul digital divide, l’aggiornamento delle attrezzature tecnologiche, la formazione sull’uso sicuro delle piattaforme online e la progettazione di un programma per la salute mentale delle ragazze.

Come VIDES abbiamo creduto in questa iniziativa sin dal suo inizio, due anni fa, quando questo cammino sembrava quasi impossibile da percorrere. Oggi possiamo dire con assoluta convinzione che una collaborazione tra congregazioni è possibile e che la strada, sebbene ancora lunga, rappresenta un percorso fondamentale per i nostri programmi a favore delle categorie più vulnerabili. Vogliamo continuare a lavorare insieme per i diritti delle ragazze, per la loro protezione e il loro empowerment.

 

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