Diari di Viaggio

L’esperienza di Daniele in Zambia

Cari amici, questa settimana riviviamo con Daniele la sua esperienza in Zambia…
A me sembra quasi di sentire i bambini che giocano nel cortile, e voi?!

Da molto tempo sentivo il desiderio di voler fare un’esperienza di volontariato in un paese dell’Africa per poter osservare le reali condizioni di vita di questi popoli, per capire la loro cultura e per poter contribuire in qualche modo a dare un aiuto.
Nell’autunno del 2011 ho cercato su internet un’associazione che potesse darmi l’opportunità di vivere un’esperienza estiva di volontariato internazionale e navigando ho trovato il VIDES che subito mi ha colpito per i progetti in corso.
Il percorso formativo organizzato dall’associazione mi ha fatto comprendere meglio le mie motivazioni interiori, il senso del donarsi e l’essere felici donando; mi ha preparato soprattutto interiormente ad affrontare questa esperienza. Negli incontri a Bologna e a Roma ho sentito un senso di accoglienza e serenità.
Così, nel luglio 2012, sono partito alla volta di Mansa (una località dello Zambia a circa 600 Km a Nord della capitale Lusaka) dove sono rimasto per circa un mese.
Qui sono stato ospitato presso una Missione educativa gestita da tre suore salesiane.
La struttura presenta la scuola dell’infanzia e la scuola elementare e un centro professionale di taglio e cucito per giovani donne.
Inoltre è presente l’oratorio per attività pomeridiane aperte a tutti i bambini del villaggio. Io sono stato assegnato alla scuola dell’ infanzia, assieme ad altri due ragazzi italiani.
La nostra giornata tipo si svolgeva così:
8-10: in classe con la maestra per aiutare i bambini a disegnare, fare i compiti, colorare, scrivere, leggere ed imparare i numeri
10-11: giochi con i bambini in cortile
12-13.45: pranzo con bambini e le suore
14-17: attività di gioco/animazione in oratorio con i bambini (dai 100 ai 300!!!) del villaggio: calcio, pallavolo, rugby, giochi da tavolo, giochi di gruppo, competizione e attività artistiche.
Il sabato e la domenica la scuola è chiusa.
La domenica la comunità è in festa e tantissime persone vestono con abiti tipici molto colorati e partecipano in modo gioioso alla Messa con canti e suoni tradizionali.
L’operato svolto dalla missione è fondamentale nel villaggio per garantire ai numerosi bambini un’istruzione di base e attività ludiche, sportive, creative ed educative pomeridiane.
Inoltre è un centro di aiuto, speranza e accoglienza.
In questo contesto ho contribuito ad assistere i bambini il mattino durante l’attività scolastica e a giocare prendendo in braccio i più piccoli, correndo e divertendomi con loro, giocando a calcio, pallavolo e disegnando.
I bambini hanno mostrato molta curiosità nei nostri confronti e nell’arco di pochissimo tempo abbiamo instaurato un rapporto di fiducia reciproca.
Ho ricevuto da loro un enorme affetto che spero di essere riuscito a ricambiare almeno in parte.
Mi sono rimasti impressi i loro occhi felici e accoglienti.
Non dimenticherò i volti sorridenti di tutte le persone del villaggio che ci salutavo affettuosamente, sempre con un sorriso sulle labbra.
Il giorno prima di partire all’oratorio tutta la comunità ha organizzato una festa per salutarci che ci ha commosso molto.
Io ho cercato per tutto il tempo di donare affetto e sorrisi ai bambini che ho incontrato ma ho ricevuto molto di più attraverso i loro occhi, i loro sguardi, i loro abbracci.
Ciò che più mi ha colpito è la voglia di vivere presente in tutti loro.
Forse in una società con poche sovrastrutture, con ritmi più lenti, con un rapporto più vicino alla natura, i valori della famiglia e della comunità sono molto più vivi e solidi così come il senso religioso, la condivisione e l’aiuto reciproco. Nonostante le difficoltà economiche, sanitarie e alimentari queste persone vivono la loro condizione di povertà in maniera estremamente dignitosa.
Dopo questa bellissima esperienza dentro di me è accresciuta la certezza che donare rende felici, il desiderio di un mondo più giusto e la riscoperta del senso religioso e del messaggio cristiano che, in una società ricca, consumistica e frenetica come la nostra, spesso tende ad essere offuscato e trascurato.
Attualmente con il VIDES Lombardia è in atto un microprogetto che ha come obiettivo una raccolta fondi per l’acquisto di due canestri per il basket, una rete da pallavolo e due porte da calcio per il cortile dell’oratorio.
Grazie di tutto VIDES!

Daniele Tirabosch

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