Diari di Viaggio

Diario di un volontario VIDES

Cari,
inizia un’avventura in compagnia di amici che ci guideranno nella scoperta del mondo, di angoli nascosti, vivi e pieni di energia dove operano le Missioni delle Suore Salesiane.
Ogni settimana la testimonianza di un volontario partito con il VIDES ci renderà partecipi della sua esperienza, delle sue emozioni e del significato che ha costituito per lui.
Più di ogni altra cosa, ci arricchirà profondamente.
Chissà che poi non venga voglia anche a voi di fare una “valigia del cuore” e di imbarcarvi…

Questa settimana iniziamo il nostro viaggio con Irene che ci porta in Chiapas, Messico:

Ho conosciuto un ragazzo, Paolo, che mi ha raccontato di molti viaggi che aveva fatto, mi ha mostrato centinaia di foto di tutto il mondo e soprattutto mi ha trasmesso l’entusiasmo che un’esperienza di questo tipo ti lascia. E quindi mi sono detta, ma sì, perché no…
Ho contattato Sr Leonor che mi ha accolto come solo lei sa fare (chi la conosce lo sa, non ci sono parole per descriverla!), e mi ha invitato all’incontro di Bologna che si teneva una settimana dopo.
Poi a Bologna mi sono definitivamente innamorata del VIDES e delle fantastiche persone che ne fanno parte, delle stupende Suore di Bologna, di Sr Leonor ovviamente, di Elisabetta, Patrizia etc.
Il percosso formativo è stato quindi non solo utilissimo ma anche molto piacevole.
Le motivazioni per partire erano davvero innumerevoli: dal banale “ma sì faccio una vacanza un pò diversa”, alla consapevolezza che sarebbe stata un’esperienza unica e che mi avrebbe davvero cambiato la vita.
Lo ripetevano tutti coloro che ci erano già stati, vedevi proprio una luce diversa nei loro occhi, un brivido continuo. Sono partita, il 25 luglio 2012 (data memorabile anche perchè visto che stavo facendo un qualcosa che per me era davvero “leggendario” ho deciso che sarebbe stato anche il giorno in cui avrei smesso di fumare… E così è stato!), destinazione Ocotepec, Chiapas, Messico.
Salgo sull’aereo e saluto me stessa, pensando che sarebbe partita un’Irene ma ne sarebbe tornata una completamente nuova… Atterro a Città del Messico dove mi viene a prendere Sr Alejandra.
Finalmente il 29 luglio arriva il fatidico manana: parto in pullman da Città del Messico, arrivo a Tuxtla 12 ore dopo, e dopo 4 ore e mezza di camionetta arriviamo a Ocotepec, un incredibile villaggio indigeno sul cucuzzolo della montagna in Chiapas!
Nel periodo della mia permanenza la scuola gestita da Sr Josefina era chiusa.
Quindi con lei abbiamo deciso che avrei fatto una sorta di campo estivo ma solo un paio d’ore al pomeriggio, perchè oltre tutto non sapevo lo spagnolo, quindi la mattina avrei pensato ai giochi e alle attività per il pomeriggio, con un mini-vocabolarietto avrei tradotto il tutto in spagnolo, e poi avrei aiutato a preparare il pranzo, a pulire casa… Insomma mi sarei data da fare nel limite delle mie possibilità!
Le persone che ho incontrato e conosciuto in questa esperienza sono di “diversi tipi”: innanzi tutto c’erano le Suore, come ho già detto più volte, persone davvero speciali, con una forza, una pazienza e una determinazione nel voler fare del bene davvero incredibili, la cosa davvero bella è che erano tutte una diversa dall’altra, con peculiarità, attitudini e capacità molto diverse ma ognuna aveva trovato il suo posto, ognuna era dove doveva essere e faceva ciò che doveva.
Un bellissimo ricordo, una fantastica esperienza che senza di loro non sarebbe stata possibile e soprattutto il ricordo più bello che ho di tutte loro è che mi hanno sempre fatta sentire a casa, che è una delle sensazioni più belle che si possa provare soprattutto quando sei a mille miglia da casa tua! Poi ci sono i volontari: Giacomo e Sara, Francy e Cesca, Ute e Otti, Anita e Violaine…Persone completamente diverse tra di loro ma ognuna mi ha davvero aiutata moltissimo.
La comunità: un altro mondo, altre esperienze, stili di vita, pensieri, ma a volte tanto simili nella diversità.
Anche loro devo dire che mi hanno davvero fatto sentire a casa, all’inizio non è stato facile, alcuni erano un pò diffidenti, ma anche con loro pian pianino (e soprattutto con i limiti iniziali della lingua) sono riuscita ad entrare in contatto e a condividere esperienze.
Infine ovviamente i bimbi, quei fantastici teppisti che per i primi giorni si sono comportati come angioletti e poi, dopo aver preso un pò più di confidenza hanno cercato di farmi diventare matta (lo dico ovviamente col sorriso), perchè alla fine i bambini sono sempre bambini, e anche se vivono in un villaggio indigeno in Chiapas quando gli chiedi cosa vogliono fare da grandi, ti rispondono “il cantante, la ballerina, la maestra o anche il pilota di formula uno”, e questo mi ha fatto sorridere, perchè nonostante vivano in un mondo completamente diverso, vivano situazioni che per noi qui sono magari a volte anche inaccettabili, allo stesso tempo apprezzano molto di più la natura, hanno una fede molto forte, sono molto legati alla terra e alla famiglia.
Sotto certi aspetti i bambini sono tutti uguali, sono tutti bambini che sognano, che sperano, che giocano e a cui a volte basta un tuo sorriso per essere felici.
Cosa ho lasciato io a loro e come mi ricorderanno?
Non lo so, per me sarebbe una gioia immensa sapere che anche solo una persona tra tutte quelle che ho incontrato si ricordi di me, io loro li ricorderò per sempre!
Difficoltà ce ne sono state molte, soprattutto imprevisti che però ho sempre vissuto nel modo giusto, cercando di guardare il lato positivo e di vivere questa esperienza come un’avventura che in ogni sua sfaccettatura avrebbe sicuramente portato solo cose positive.
Soddisfazioni ne ho avete parecchie, soprattutto legate al fatto che credo di aver saputo vivere questa esperienza al meglio facendo tesoro di ogni situazione positiva o negativa, bella o brutta che fosse.
Mi rimane sicuramente un’esperienza indimenticabile, una miriade di insegnamenti per me stessa tratti da questa esperienza, e soprattutto l’immensa voglia di ripartire, di tornare a sentirmi come quando ero là o appena rientrata, con quell’atteggiamento “zen” che ti accompagna dopo un’esperienza così forte, che ti fa apprezzare ogni singolo momento della tua vita, che davvero ti fa sentire che in ogni luogo e in ogni momento l’unico pensiero che dovresti avere è che “la vita è davvero meravigliosa”.
Non è l’esperienza e basta che ti cambia, è tutto il percorso, a partire dagli insegnamenti di Sr Leonor.
Se anche solo una persona direttamente o indirettamente verrà contagiata e deciderà un giorno di partire, io saprò di aver raggiunto l’apice, perché al di là di tutto sapere che qualcuno vivrà un’incredibile e indimenticabile esperienza “anche grazie a me”, pensando a quanto sono riconoscente e grata a chiunque abbia contribuito a portarmi dove sono oggi, questo mi riempirebbe davvero di gioia!

Irene

Like this on Facebook

About the author

webmaster